di Federica Bagnasco
L’Impresa femminile nella provincia di Savona è calata dell’1% alla fine del terzo trimestre 2013 rispetto ai 12 mesi precedenti, confermando il trend di discesa del precedente anno (-1,2%).
Savona conta oggi 8.275 imprese femminili, 85 in meno rispetto lo scorso anno.
La femminilizzazione delle Imprese in provincia di Savona è comunque pari al 26,4%, percentuale più alta di 2 punti rispetto al dato ligure e di 3 rispetto la media nazionale.
Il settore terziario continua a trainare fortemente l’universo femminile, servizi di alloggio, ristorazione, servizi alla persona, noleggio ed agenzie di viaggio. Significativi però anche settori che fino a poco tempo fa erano prettamente maschili, quali le attività finanziarie, assicurative, immobiliari. In continua crescita anche il settore delle costruzioni.
Per quanto riguarda la natura giuridica delle imprese femminili, abbiamo un dato regionale, che rispecchia comunque la tendenza nazionale, con una crescita delle Società di capitali, delle Cooperative e dei Consorzi, che rimangono comunque numericamente molto inferiori rispetto alle Società di persone e le Imprese Individuali, a significare che la gran parte delle imprese femminili in Liguria, è composta da micro o piccole Imprese.
Dall’attento monitoraggio dell’Unione Industriali di Savona emerge come tra le imprese femminili vi sia la tendenza verso forme sempre più strutturate. Francesca Accinelli – Membro della Giunta Confindustria Nazionale – evidenzia e sottolinea tale interessante considerazione. È un dato molto importante secondo me, perché, indicherebbe come l’impresa femminile non sarebbe più da considerare come una sorta di “ammortizzatore sociale” che assorbe manodopera disoccupata, ma come un processo di partecipazione attiva delle donne alla vita sociale ed industriale.
Al fine di realizzare un’indagine più approfondita in merito alle imprese presenti sul territorio savonese, l’Osservatorio di Progetto Donne e Futuro per la Regione Liguria ha intervistato alcune di queste: APM Terminal, Bombardier, Cabur, Gruppo Cappellutto, Continental Brakes, Gruppo Demont, ESI, Fac, Infinium, Gruppo Mallarini, Gruppo Noberasco, Gruppo Orsero, Piaggio, Saint-Goben Vetri, Tirreno Power, Torterolo e Re.
Il campione delle 16 aziende selezionate, per un totale di poco meno di 7000 addetti con una dimensione che va da 85 a 1500 dipendenti, spazia all’interno dei diversi settori, dalla Chimica all’Agroalimentare, dal Turismo all’Aeronautica, dalla produzione Componentistica a quella Nautica, Vetraria, Treni, Energia, Filiera del legno, Costruzioni, Ceramica, Portualità.
In merito al settore portuale Marina Monti e Antonella Granero hanno fornito rilevanti elementi. Infatti, come ha segnalato Antonella Granero – Dirigente settore Affari Generali dell’Autorità Portuale di Savona – il Porto di Savona ha sviluppato negli ultimi quindici anni un sistema che coinvolge Istituzioni e aziende del porto, in cui non esistono veti incrociati e l’interesse comune prevale sui particolarismi. In merito all’Autorità Portuale di Savona, Marina Monti – Responsabile Relazioni esterne dell’ente – ha evidenziato che le donne “sono arrivate ad essere in percentuale maggiore dei maschi come amministrazione, questo è un grande orgoglio. Non solo, tra dirigenti, ce ne sono ben 4 che sono donne e 3 uomini. Quindi anche in questo siamo in maggioranza.”
Inoltre, alle aziende intervistate è stato chiesto che tipologia di professionalità ricercano maggiormente e se hanno difficoltà a reperirla sul territorio.
Il quadro che ne è emerso è che la figura più richiesta e che si ha maggiori difficoltà a reperire, è quella tecnica, specie diplomati periti meccanici, elettrici, elettrotecnici e chimici, ingegneri meccanici, molto richiesti, laureati in economia e commercio, aziendale e chimica con una conoscenza approfondita almeno della lingua inglese e con disponibilità alla mobilitazione geografica.
Una viva partecipazione agli studi di settore, per quanto riguarda questa evoluzione, sarà data da Fulvia Veirana che prenderà parte, con Francesca Accinelli, Marina Monti, Antonella Granero e Marta Sperati ai prossimi lavori sull’Osservatorio per la Regione Liguria.
La conclusione che é stata tratta, è che la domanda va in una direzione e l’offerta in quella opposta, ossia, mentre le imprese dalla Provincia di Savona richiedono fortemente figure tecniche, la scuola ne forma di meno e forma più figure umanistiche meno richieste dal tessuto imprenditoriale savonese. (Marta Sperati – Dirigente del Settore Politiche Culturali, Turistiche e del Commercio del Comune di Savona – pone in luce ed evidenzia l’importanza di questo pensiero).
Perciò bisognerebbe cercare di invertire questa tendenza lavorando per instaurare un maggiore dialogo tra Famiglia/Scuola/Impresa.