“Meditazioni Musicali”
di Cecilia Brandoli


In questo 2007 appena concluso, anno dedicato alle pari opportunità, Profilo Donna ha scelto un evento di particolare importanza culturale per augurare un sereno Natale a tutti i lettori e ai cittadini modenesi. I protagonisti della serata, i musicisti dell'Ensemble Isabella Leonarda, sono stati accolti nelle navate del Duomo romanico dove hanno risuonato le note antiche di maestri compositori dell'epoca barocca. Fondamentale per la realizzazione della serata musicale, la collaborazione della Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica, Onlus impegnata a livello mondiale per il recupero e la promozione della musica composta da donne. Dopo il concerto di musica classica, lo staff di Profilo Donna ha accolto gli invitati al Caffè Concerto per la cena degli auguri. Una rete per le donne e la loro musica

La Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica inizialmente prende forma come movimento (1978) e successivamente, dopo i primi festival per “Donne in Musica” a Venezia, Roma e Napoli, come fondazione Onlus internazionale (1996). Già dall’inizio irrompe nella scena musicale italiana e internazionale e da sempre si impegna per promuovere la conoscenza del contributo delle donne alla storia della musica del passato e del presente, in ogni genere e in ogni parte del mondo, con attenzione particolare per il recupero storico e la promozione della musica contemporanea.

Come scritto nella Dichiarazione di Fiuggi, carta che traccia le linee guida dell’Onlus, “si deve riconoscere il contributo delle donne, alla cultura ed allo sviluppo, per assicurare la loro partecipazione nella formulazione ed implementazione di politiche culturali ad ogni livello, e per assicurare l’accesso a posti decisionali nel mondo della cultura e dello spettacolo.

E’ importante che si lavori per preservare, promuovere, sostenere e salvaguardare i diritti artistici delle musiciste e creatrici in ogni comunità. Soltanto in questo modo potremo superare e cambiare una visione monoculturale maschile vecchia della cultura e del patrimonio artistico”.

Alla guida di un progetto così ampio e alto vi è una persona di grande carisma come l’inglese Patricia Adkins Chiti, di cui ne è la ideatrice e da sempre la presidente. Nella scena musicale mondiale si è distinta come grande mezzosoprano, musicista e musicologa: ha debuttato nel 1972 al Teatro dell’Opera e nella sua discografia sono numerose le prime esecuzioni mondiali e i lavori composti appositamente per la sua voce da alcuni dei maggiori maestri viventi.
È stata consulente per le politiche culturali per le donne nelle arti e nella cultura presso molti governi europei e, inoltre, nel 2004 il Presidente della Repubblica Ciampi le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

Promuovendo progetti musicali che premiano la diversità e l’innovazione, la fondazione è sinonimo di novità, eventi appassionanti, scrupolosa ricerca musicologica.


Adkins Chiti: Donne in Musica è presente in tutto il mondo collegando 116 paesi distribuiti nei cinque continenti: grazie a questa rete, le musiciste si scambiano notizie, partiture, registrazioni e il pentagramma si trasforma nel linguaggio universale che dà voce alla cultura e alla creatività musicale al femminile. La rete comprende compositrici e musiciste ma anche ricercatrici, docenti, interpreti e musicologhe collegate attraverso internet, come è espressamente indicato dalla Dichiarazione di Fiuggi. Lavora con settantanove associazioni ed è l’unica fondazione europea affiliata all’Arab Music Academy, è membro del Consiglio Internazionale per la Musica dell’UNESCO, collabora con la Commissione europea, con Ministeri in Italia, Asia, Europa, America Latina e col Vaticano ed è membro dell’European Music Council.

La biblioteca e l’archivio della fondazione sono riconosciuti dalla Sovrintendenza Archivistica come di “rilevanza storica” per lo Stato, sotto il quale sono tutelati. Ma come è nata la storia che ha plasmato un progetto di questa grandezza?
Patricia Adkins Chiti durante le sue ricerche in musei e archivi italiani scoprì che la musica composta da donne era davvero numerosa, ma quelle musiciste non erano nominate nell’enciclopedia della musica Ricordi. Da lì cominciò a chiedere e cercare, capì che c’era un problema e che era generalizzato in Europa e in tutto il mondo. Oggi la fondazione ha nelle sue banche dati un elenco di più di 500 lavori e biografie di compositrici italiane viventi, mentre all’inizio dello studio sembrava ne esistessero “forse tre”, come racconta Patricia Adkins Chiti nell’intervista del numero di dicembre di PD Mag. Nell’ultima edizione dell’enciclopedia appaiono circa 21mila nomi di musiciste.
L’incremento che hanno avuto i numeri durante le ricerche e le fasi del recupero indicano che certamente un problema di oblio delle opere composte da donne esisteva ed era anche molto profondo.
Solamente durante il Giubileo, la fondazione ha programmato una rassegna di oltre 140 manifestazioni di musica sacra del passato e del presente e per tutto l’anno giubilare ha potuto fregiarsi del logo del Vaticano. Oltre ai progetti di ricerca, promuove concorsi, pubblica libri, produce concerti come “Donne in Jazz” e “ControCanto”, festival: tutto questo con l’unico scopo di incentivare le opportunità nel campo della musica.
“I genitori devono essere incoraggiati a nutrire i talenti musicali delle figlie e dei figli, onorando le tradizioni e patrimoni culturali delle donne e degli uomini” (dalla Dichiarazione di Fiuggi).

L'Ensemble Isabella Leonarda

L’Ensemble Isabella Leonarda nasce a Novara nel 2001 dall’impegno di Fabio e Patrizia Bellofiore con l’intento di approfondire e divulgare il repertorio barocco, facendo particolare riferimento alla musica vocale composta nei monasteri femminili italiani nel Cinque e Seicento. Con notevole consenso di pubblico e critica, il complesso si è esibito in Italia grazie alla rassegna “ControCanto 2002” promossa dalla Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica in collaborazione con il Ministero dei Beni e le Attività culturali. L’evento culturale prevedeva undici concerti a Roma e provincia con un programma di donne compositrici del XVII secolo.
È stata questa rassegna a essere particolarmente significativa per il gruppo mettendo alla luce il costante lavoro di ricerca e riproposta della produzione artistica delle donne compositrici a cui l’Ensemble si dedica.

Negli anni successivi al 2002, l’Ensemble si è esibito in Svizzera e in Francia con programmi dedicati alla compositrice orsolina novarese suor Maria Xaveria Peruchona, che nel 2003 sono stati trasformati nella prima incisione discografica.
L’Ensemble è formato da musicisti di grande esperienza concertistica e specializzati nella prassi esecutiva della musica antica: il soprano Annamaria Cacciolari, Fabio Bellofiore e Eugenio Silvestri al violino barocco, Claudio Frigerio al violoncello barocco e l’organista Francesco Silvestri. A Modena hanno eseguito con grande maestria su strumenti musicali dell’epoca barocca, “Meditazioni Musicali”: mottetti e sonate di Isabella Leonarda, Maria Xaveria Peruchona, Maurizio Cazzati e Maria Giovanni Bononcini.
Per più di mille anni, la Chiesa è stata il principale datore di lavoro per i musicisti e, nonostante le discriminazioni e i divieti all’interno del mondo ecclesiastico, fin dall’inizio del monachesimo le suore hanno lodato il Signore con canti, inni e musica da loro composta. La maggior parte delle suore compositrici del Cinque, Sei e Settecento provenivano da famiglie agiate, dove la cultura prevedeva l’insegnamento dell’arte musicale per poter entrare nella società e sposarsi, o da famiglie di musicisti dove ovviamente si riceveva un’educazione e una formazione adeguate. Molte donne, del Cinquecento e del Seicento in particolare, sono state costrette a entrare in convento perché la famiglia non poteva permettersi la dote per più di una figlia e, per questo, l’Italia ha il numero più alto di religiose compositrici.
Il fatto che le opere giunte fino a noi siano oggi incise, edite ed entrino a far parte di enciclopedie è indice dell’indiscussa qualità riconosciuta e dell’importanza storica del contributo musicale delle religiose italiane. Le ricerche musicologiche e i giudizi di compositori e musicisti rilevano che i lavori polifonici vocali e strumentali erano veramente nuovi e innovativi per quel tempo.
Per l’anno 2008 l’Ensemble Isabella Leonarda è stato invitato ad Ankara, Zurigo e in Spagna con un programma che prevede la presenza del soprano Angelo Manzotti con il quale ha inciso qualche mese fa, con la casa discografica Concerto, “Il Quaderno dell’imperatore” di Farinelli.

La musica, una passione

Suor Isabella Leonarda, conosciuta come La Musa Novarese, nasce nel 1620 a Novara dove muore nel 1704. Già da giovanissima, nel 1634, inizia a studiare composizione con Gasparo Casto, maestro della cattedrale novarese e che nel 1640 fa includere alcuni brani di Isabella in un volume intitolato Sacri Concerti, Opus 3. La sua vocazione la porta a condurre la sua intera vita nel Collegio Sant’Orsola, dove continua a elaborare le sue creazioni musicali. Compone oltre duecento lavori che rappresentano un importantissimo contributo italiano al patrimonio della storia della musica. La quantità e la qualità del suo operato fanno distinguere Isabella Leonarda che oggi viene considerata uno dei maestri-compositori italiani del Seicento.

Suor Maria Xaveria Peruchona nasce nel 1652 a Novara e vi muore nel 1709. A sedici anni entra nel Collegio Sant’Orsola di Galliate. La cronaca dell’epoca racconta della bella voce di Maria Xaveria e del suo speciale talento nel suonare l’organo: tra i suoi maestri, di cui è allieva dai sedici anni, ci sono Francesco Beria e Antonio Grosso. A ventitré anni pubblica un libretto di mottetti intitolato “Sacri Concerti de Mottetti a una, due, tre e quattro voci, parte con violini e parte senza”: rimane l’unica pubblicazione che ci lascia una traccia della sua produzione musicale.

Maurizio Cazzati, organista e compositore, è maestro della cappella di San Petronio a Bologna dal 1657 al 1671, anni durante i quali lavora a composizioni significative per la musica strumentale, in particolare compone per tromba e archi. A causa delle tensioni tra l’ambiente musicale bolognese e il compositore, dovute allo stile “riformatore” della sua musica, Cazzati si reca a Mantova dove rimane fino al 1677, anno della sua morte, presso la corte dei Gonzaga dove gli è possibile proseguire la sua attività creativa e divulgativa. Durante la sua vita (Luzzara 1620 - Mantova 1677) pubblica sessantasei volumi, compone sia musica sacra che secolare, vocale e strumentale, di ogni tipo e forma: mottetti, canzoni, balletti, capricci da camera e da chiesa, salmi, messe, sonate.

Giovanni Maria Bononcini, violinista, nasce a Montecorone di Zocca nel 1642. Dopo aver composto soprattutto musica strumentale si dedica alle voci dando luce a opere da camera, madrigali e due spartiti per solo canto. Le sonate che crea risaltano la sua eccellenza nel contrappunto. È maestro di cappella nella Cattedrale di Modena dal 1673, anno in cui compone il saggio Musico Prattico che successivamente per molto tempo influisce nel panorama musicale. Muore a Modena nel 1678.

I brani eseguiti il 9 dicembre dall’Ensemble Isabella Leonarda
Maurizio Cazzati – sonata da chiesa “La Calcagnina”
(Luzzara, Mantova, 1616 – Cremona 1678) a due violini, violoncello e organo
Isabella Leonarda – “Volo Jesum”
(Novara, 1620 ivi 1704) Mottetto op. 3 per canto, due violini e basso continuo
Maurizio Cazzati – sonata “La varana”
(Luzzara, Mantova, 1616 – Cremona 1678) a due violini, violoncello e organo
Maurizio Cazzati – “Che fo, che tardo”
(Luzzara, Mantova, 1616 – Cremona 1678) cantata a voce sola per il Santissimo Natale
Giovanni Maria Bononcini – sinfonia da chiesa seconda op. 4
(Montecorone di Zocca, 1642 – Modena 1678) a due violini, violoncello e basso continuo
Maria Xaveria Peruchona – “Ad gaudia ad Iubila”
(Novara 1652 – ivi 1717) cantata per la nascita di Nostro Signore per canto,
due violini e basso continuo op.1

 
 
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