Progetto Donne e Futuro
II edizione

Compie un anno il Progetto ideato e promosso da Cristina Rossello che presenta il bilancio del primo anno di attività condotta sul territorio nazionale, a Savona, il 25 Settembre. Ad aprire il meeting su “Il contributo femminile nelle professioni, nell’arte e nelle imprese per lo sviluppo dell’economia” sono state le onorevoli Lella Golfo e Alessia Mosca, prime firmatarie della legge sulle quote di genere, e la Ministra per le Politiche Comunitarie Anna Maria Bernini. ANTICIPATI, Dopo Bruxelles, prima capitale europea a ospitare Progetto Donne e Futuro lo scorso anno, GLI appuntamentI NAZIONALI E internazionalI DEl 2012.

San Pietroburgo

“Ideai dunque, in quei mesi di imprigionamento in Savona, il disegno della Giovine Italia; meditai i principi sui quali doveva fondarsi l’ordinamento del partito e l’intento che dovevamo dichiaratamente prefiggerci”. Dopo aver ispirato a Mazzini l’idea di un’Italia libera, indipendente e repubblicana, Savona apre nuovi scenari ed è oggi teatro di un’importante riflessione economico-finanziaria che prevede una full immersion sul contributo femminile nello sviluppo dell’economia trainata dalle donne riunite per Progetto Donne e Futuro. Iniziativa che il 25 settembre scorso ha compiuto un anno di vita. Dopo avere attraversato le Regioni Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, il ritorno a Savona costituisce l’appuntamento annuale sul percorso e i programmi.
Cristina Rossello, descrivendo la giornata dedicata a Progetto Donne e Futuro, anticipa che essa includerà un momento culturale (la visita alla cella dove Mazzini trascorse la sua prigionia savonese) e ricorda: «Volevo un giorno dedicato alla formazione femminile e legato alla possibilità che donne affermate nell’ambito imprenditoriale, professionale, artistico, possano idealmente condurre le giovani che si affacciano al mondo del lavoro». Spiega Cristina Rossello: «Le destinatarie del Progetto Donne e Futuro, inizialmente, sono le pupil, dieci quelle premiate con borse di studio nel corso del primo anno di progetto.
In un anno di cammino è emerso che l’attenzione di Progetto Donne e Futuro è stata dedicata non soltanto alla formazione delle dieci ragazze premiate fino ad oggi, agli albori della propria attività professionale, ma anche delle ventuno madrine scelte che si prendono cura delle giovani e che rappresentano la prima generazione italiana di mentor».
Il primo focus del Convegno, introdotto da Fulvia Guazzone e svolto con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Ministeri della Gioventù, dell’Istruzione, Università e Ricerca, del Turismo e delle Pari Opportunità, è stato la legge Golfo-Mosca sulle “quote di genere” per le società quotate e partecipate. Divenuta legge nel luglio di quest’anno, per la sua entrata in vigore bisognerà aspettare il 12 luglio 2012, un anno dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Con la Golfo-Mosca, approvata con 438 sì, 27 no e 64 astenuti, i Cda dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 e da un terzo dal 2015. I primi effetti, però, sono già arrivati nei board italiani da alcuni mesi con l’ingresso di donne dai curricula eccellenti e con percorsi formativi forti, soprattutto nel settore finanziario e universitario.

A parlare della legge sulle quote di genere sono state le prime due firmatarie da cui è partita l’iniziativa e la lotta verso l’approvazione: l’onorevole Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, e l’onorevole Alessia Mosca, Young Global Leaders World Economic Forum Vice Presidente Associazione 360. Le due parlamentari, del PdL la prima e del Pd la seconda, hanno elaborato un tessuto normativo, un primo passo, ma strategico. Una legge “a tempo”, durerà 9 anni a partire dalla sua applicazione. Il cambiamento culturale «è certo», assicurano Golfo e Mosca insieme. «Il dibattito sulle quote di genere, in questa occasione moderato dalla prestigiosa firma del Corriere della Sera e del Corriere Economia Maria Silvia Sacchi, è un esempio della convergenza di due partiti opposti su un progetto comune ideato e condotto dalle donne per le donne», commenta l’Avvocato Rossello. «Gli ostacoli - ricordano ancora unanimi le onorevoli - sono arrivate da tutte le parti, dentro e fuori le istituzioni».
«Una legge rivoluzionaria, epocale» assicura l’Onorevole del PdL Lella Golfo. Entro i primi quattro anni dall’entrata in vigore della legge, sono più di 5mila le poltrone da liberare nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate e delle aziende con la maggioranza di partecipazione pubblica. Poltrone destinate a professioniste che silenziosamente stanno avanzando con i numeri e le competenze adatte per entrare nei Cda. «L’importante numero di donne che entrerà nei consigli di amministrazione sicuramente aprirà la strada ad altre professioniste – commenta Lella Golfo. Credo che i 9 anni di durata della legge siano il tempo giusto affinché la cultura del Paese possa cambiare».
Come si potrà controllare che sia premiato veramente il merito? Per le società quotate se ne occuperà la Consob, mentre a sorvegliare sulla trasparenza dell’applicazione nelle società a partecipazione pubblica sarà il Ministero di competenza per la Pubblica Amministrazione. La Fondazione Bellisario di cui Lella Golfo è presidente ha già mappato più di mille curricula di donne eccellenti pronte per entrare nei Cda. «È già attivo un meccanismo di trasparenza che accompagnerà, come voce esterna alle istituzioni, il percorso verso la buona applicazione della legge» spiega Lella Golfo. «Le donne manager che raggiungono i vertici anche grazie alla legge devono rimandare a piano terra l’ascensore sociale, per fare salire altre donne professionalmente meritevoli e portarle ai piani superiori».

Onorevole del PD, Alessia Mosca commenta «per me la legge è un risultato e un punto di partenza. È un risultato perché sia nel merito sia nel metodo siamo riuscite a fare passare una legge di iniziativa parlamentare che rappresenta il tentativo di dare uno shock a un sistema immobile come è quello dei Cda, che ha bisogno di avere una ventata di innovazione quale è l’inserimento di donne sedute ai tavoli decisionali. Si tratta di dare la possibilità, a tutto il Paese, di avere modelli di leadership femminile, una questione importante tanto quanto la possibilità, per le donne stesse, di agire. Avere la possibilità di seguire passi compiuti prima da altre donne, ai più giovani dà ispirazione». Sull’aspetto bipartisan della legge Alessia Mosca commenta: «siamo riuscite a fare squadra dimostrando come si possa lavorare insieme tra due schieramenti diversi, ma anche andando fuori dalle istituzioni. Tutto questo è, anche, un punto di inizio. Fare in modo che questa legge sia applicata bene è un passo fondamentale. Un modello che possiamo seguire per portare avanti tante altre iniziative già pronte e che potranno, a seguito di questa legge, dare scossoni al sistema».

A sottolineare l’apertura europea sul tema è stato l’intervento della Ministra per le Politiche Europee Anna Maria Bernini affermando quanto sia decisivo il confronto e lo sviluppo della materia sul tavolo di Strasburgo. «Dobbiamo diffondere un messaggio culturale della valorizzazione del merito, scardinare il pregiudizio culturale. A partire dal 1957 ci siamo ripetuti, ciclicamente, che le donne hanno diritto alla partirà di genere. Ora la platea è l’Europa: per le questioni di genere e per la crisi, materie strettamente interconnesse» spiega la Ministra Bernini. «Pur non avendo creduto nelle quote di genere come pregiudiziale, penso che il meccanismo della valorizzazione del talento femminile attraverso un meccanismo inclusivo, che faccia contare le donne, sia oggi fondamentale». Prosegue la Ministra: «Le questioni di genere rappresentano un tema forte in Europa, ed è importante continuare a difendere questa cultura con iniziative come il Progetto Donne e Futuro dell’Avvocato Rossello che ha tra i principali obiettivi l’affermazione di buone pratiche. Trovo interessante il mentoring. La valorizzazione della conciliazione vera si fa sul territorio, su cui devono esistere dei piani programmatici, politiche fiscali, sistema giuslavorativo di vantaggio per le donne. Solo a comunicazione, l’esperienza (mentoring), il supporto sociale insieme permetteranno di passare oltre».

A Savona sono stati radunati per la seconda parte del Convegno i relatori che via via hanno fornito gli aggiornamenti dei temi assegnati nella prima edizione del Progetto. Le loro esperienze professionali hanno aperto la visuale su mondi diversi, dalla finanza all’università, dalle imprese famigliari al diritto sportivo. Nel 2012 Progetto Donne e Futuro muoverà importanti passi all’estero, il primo a Vienna.

La community di Progetto Donne e Futuro ha raggiunto anche gli Stati Uniti: Avivah Wittenberg-Cox, pioniere della Womenomics, è intervenuta in audiovisione al Convegno di Savona, salutando e porgendo i suoi vivi apprezzamenti all’Avvocato Rossello per la sua importante attività. Progetto Donne e Futuro ha edito in Italia il secondo libro della giornalista statunitense. L’occasione ha consentito ad Angela Di Luciano, Editore del Sole 24Ore, di presentare in anteprima durante il Convegno il primo volume della collana Donne&Economia, la collana dedicata ai temi dell’economia, del talento, del lavoro, nata dalla collaborazione tra il primo Gruppo Editoriale Economico italiano, Il Sole 24 Ore, e Progetto Donne e Futuro. Avivah Wittenberg-Cox nel suo intervento sulle prassi aziendali, dalla comunicazione alle relazioni interne ed esterne, dalle analisi di mercato alla formazione alla leadership, spiega come le aziende devono sfruttare al massimo le due tipologie di talenti maschili e femminili.
Il Convegno strutturato dall’Avvocato Rossello, che per questo ha ricevuto il riconoscimento della medaglia del Presidente della Repubblica in sua rappresentanza, passa dal giornalismo economico-finanziario alle sfide educative e culturali. Daniela Montemerlo, Professore Associato di Economia Aziendale e Family Business all’Università dell’Insubria nonché Professore di Strategia delle Aziende Familiari all’Università Bocconi, nella sua relazione è partita da due elementi di fatto. «Il cambiamento in rosa è irreversibile e positivo per le aziende. Gli aspetti positivi di tale cambiamento non sono ancora pienamente riconosciuti. Dobbiamo capire come possiamo essere più incisivi nell’interagire con persone che forse una piena interiorizzazione dell’evoluzione in rosa non l’hanno ancora raggiunta. Non siamo andati ancora abbastanza a fondo sul tema delle caratteristiche dello stile femminile, sulle cause e sugli effetti, nelle sue luci e ombre: la conciliazione tra tempi di cura e tempi di lavoro è possibile. Lo stile femminile deve interagire con condizioni di contesto ancora da costruire partendo da un modello che guardi prima alla persona. Infine, una sfida culturale importante è la crescita dei talenti».

Federica Bagnasco ha dato un importante apporto ai lavori dell’Osservatorio e l’avvocato Rossello ha voluto pubblicamente ringraziarla nel corso del dibattito.
Con le sue 8.594 aziende femminili Savona si colloca al 18° posto di una classifica nazionale, dunque su 105 Comuni. Lo ha ricordato la Dottoressa Bagnasco, pur segnalando un -0,36 % nell’impresa guidata da donne. Il settore costruzioni riporta un trend in crescita, mentre l’istruzione è a +5% a scapito dei settori più tradizionali dell’imprenditoria femminile come l’agricoltura e il commercio. Federica Bagnasco con Cristina Rossello e l’Unione Industriali Savona, hanno strutturato una ricerca sulle caratteristiche delle esigenze delle imprese locali. «Abbiamo condotto brevi interviste all’interno delle imprese più rappresentative della provincia – spiega Federica Bagnasco -, 16 quelle selezionate con dimensione tra gli 85 e i 1.500 dipendenti per un totale di circa 7.000 addetti. La professionalità più richiesta è il diploma tecnico seguita dalla laurea in ingegneria meccanica, poi economia e commercio ed economia aziendale. Flessibilità geografica, più di una lingua straniera sono le competenza che possono fare la differenza».

A conclusione di questo primo punto della situazione, Maurizia Iachino, Partner Key2People, Governance Practice Leader e presidente dell’osservatorio legato a Progetto Donne e Futuro, durante il confronto condotto dalla telegiornalista Alessandra Perera, ha sottolineato quanto sia importante «la valorizzazione del polo scolastico di Savona che presenta, oltre a solide offerte formative, novità nell’area della sanità (corso di laurea in scienze motorie) e dello sport (liceo sportivo). L’offerta formativa deve essere valorizzata per attrarre anche studenti dall’estero. Il territorio, contemporaneamente, si deve preparare ad aprire il mondo del lavoro ai ragazzi e alla ragazze che escono da istituti e università».

Marina Brogi, professore Ordinario di Economia dei Mercati Finanziari all’Università di Roma La Sapienza, ha ricordato che nei Cda si entra «per prendere decisioni per gli altri, prendendosi grandi responsabilità, e ciò richiede un tatto che non ha a che fare con il potere ma con il servire. È importante avere a fianco qualcuno che crede in te. L’idea del mentoring del Progetto Donne e Futuro, è importante perché significa dare alle ragazze coinvolte dal progetto l’opportunità di avere vicino profili professionali forti che credono in loro. Ma, prima di tutto dobbiamo credere in noi. L’Italia è l’ottava potenza economica del mondo e il secondo paese manifatturiero d’Europa. Siamo stati grandi, abbiamo il talento e le capacità per fare ciò che serve e uscire dalla crisi». L’Avvocato Rossello, a conclusione dell’intervento della Professoressa Brogi, ha voluto anticipare che la massima di Seneca che l’anno scorso ha accompagnato i lavori di Progetto Donne e Futuro “Non esiste la Fortuna, ma esiste il momento in cui il Talento incontra l’Occasione”, la cui lettura era stata assegnata in apertura di giornata alla Professoressa Brogi, avrebbe lasciato spazio ad uno stralcio di poesia di Emily Dickinson: “Non sapremo mai quanto siamo alte finché non proviamo ad alzarci” che verrà letta nella lingua originale e tradotta anche qui simbolicamente dalla precocissima figlia della Professoressa, Isabella Fausti.

Donatella Ceccarelli si è soffermata sul tema assegnatole dall’avvocato Rossello relativo all’evoluzione del concetto filantropico di sostegno all’innovazione sociale che deve coinvolgere i governi, a livello nazionale o locale, le organizzazioni civiche, i leader economici. «Questo dovrebbe trasformare la filantropia da libretto degli assegni a ecosistema olistico e con la fondazione Flick stiamo portando avanti il modello dell’investitore sociale» ha spiegato Donatella Ceccarelli. «Con l’investitore sociale i finanziamenti prescindono dalle risposte emotive e delle relazioni e vanno verso una valutazione rigorosa, verso la trasparenza e la misurazione dell’impatto sociale. La filantropia deve essere vista, in questo contesto nuovo, come un test per mettere a punto le sfide sociali che sembrano intrattabili e riuscire a elevare l’intero concetto di innovazione sociale».

Antonella Granero giornalista del Secolo XIX di Savona ha sottolineato come la presenza femminile nel mondo dell’informazione sia un terreno insidioso. L’approfondimento provocato dall’avvocato Rossello dei lavori di marzo attesta che le giornalista direttrici di testate quotidiane sono solamente poche unità. Il numero viene alzato se si prendono in considerazione le direttrici di periodici, soprattutto i femminili. «La presenza femminile nazionale in questa professione sfiora il 40% e in costante aumento, senza crescita nei ruoli dirigenziali: sono direttori di quotidiani 5 donne e 113 uomini».

Lucio Colantuoni, professore di Diritto Sportivo e contratti sportivi all’Università degli Studi di Milano, è infine intervenuto per precisare la situazione della presenza delle donne a livello dirigenziale nel mondo sportivo dove lo status è peggiore rispetto ad altri ambiti. «È paradossale osservare che la donna non ha una tutela paritaria di trattamento dal punto di vista normativo e delle caratteristiche dell’attività dello sport quando, invece, dovrebbe essere maggiormente salvaguardata soprattutto nei momenti importanti della vita della donna come la maternità e la cura della famiglia. Questo avviene soprattutto a livello professionistico. Ci sono però progetti di legge che stanno cercando di correggere la normativa in vigore e che potrebbero portare significative novità».

Alessandra Perera, moderatrice vivace e attenta del convegno, prima di passare la parola a Erika Leonardi, rinvia con una breve sintesi alle ulteriori relazioni che verranno pubblicate negli atti.

Erika Leonardi chiude i lavori presentando il suo progetto e offrendo un corso formativo di due lezioni per formare con un “metodo” le pupils del Progetto. Relatrici, madrine e intervenuti hanno manifestato curiosità e interesse chiedendo che le due lezioni fossero in realtà offerte a tutti i partecipanti al Progetto.

 
Powered by Main Street Modena