Il contributo del Ministro dello Zambia
al Convegno di Savona 7 ottobre 2017

L’utilizzo delle innovazioni tecnologiche
nel rispetto delle tradizioni locali di solidarietà
e spirito comunitario

a cura di Sofia Molinari

Nel pomeriggio del 7 ottobre 2017 la conferenza di Progetto Donne e Futuro ha avuto l’occasione di ospitare l’Onorevole Emerine Kabanshi, Parlamentare e Ministro per lo Sviluppo Comunitario e i Servizi Sociali (MCDSS) dello Zambia.
Lo Stato dell’Africa centro-meridionale, senza sbocco sul mare, di notevole dimensioni vanta una popolazione di 15 milioni di abitanti. Molteplici sono le etnie (73) che ivi vivono e ben 7 sono le lingue ufficialmente riconosciute, oltre all’inglese. Si tratta di uno Stato in via di sviluppo con un alto livello di povertà, ove molto forti sono i  contrasti e le contraddizioni tra zone urbane e comunità rurali.
Emerine Kabanshi è stata eletta al Parlamento per la prima volta nel 2011 ed è una pioniera nei temi di sviluppo sociale, con un’attenzione particolare per i poveri e i vulnerabili. Precedentemente ha ricoperto le cariche di viceministro dello Sviluppo dei Generi e dell’Infanzia, Ministro dei Capi e Affari Tradizionali e Ministro per le Autorità Locali e l’Edilizia.
Attualmente il suo incarico prevede lo sviluppo di politiche e leggi per i più deboli, ivi comprese le donne emarginate, i bambini, le persone disabili e gli anziani.
Il ministro Kabanshi nel corso della sua carriera si è contraddistinta da sempre per il suo grande impegno anche a favore del genere femminile, in una società ove i rapporti tra uomo e donna sono ancora molto lontani dal raggiungere un livello di piena eguaglianza, in quanto tutt’ora basati su una profonda e tradizionale struttura familiare di  tipo patriarcale.
La sua linea di azione è rivolta soprattutto alla riduzione dell’analfabetismo femminile attraverso l’utilizzo di programmi imprenditoriali e di mentoring.
Ne sono un esempio le campagne d’informazione, che hanno incentivato e incoraggiato le donne, specie nelle zone rurali del paese, a cimentarsi nella coltivazione di diversi prodotti locali nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse. Questo altresì ha avuto un’ulteriore risvolto positivo che è stato quello di trovare e garantire spesso un’alternativa alla pesca in luoghi ove storicamente questo rappresentava l’unico mezzo di sostentamento. 
Il ministro, nel suo discorso durante i lavori del convegno savonese, si è focalizzata sull’analisi dell’impatto delle nuove tecnologie in una realtà così complessa quale quella dello Zambia. Un mondo così particolare e culturalmente lontano dalla nostra realtà quotidiana.
È stato messo in evidenza quanto l’impatto della tecnologia, pur essendo diverso nelle realtà urbane e rurali, non comporta sempre degli effetti positivi e condivisibili. In particolare, il ministro ha messo in evidenza come nelle realtà urbane, soprattutto a causa dell’introduzione dei nuovi canali di comunicazione, si stia assistendo tra i giovani ad una lenta erosione delle tradizioni, dei legami familiari e del senso di comunità che dovrebbe altresì essere contrastata al fine di garantire la compattezza della comunità che sempre ha contraddistinto lo Zambia. Nelle realtà rurali, invece, la lentezza della propagazione tecnologica non fa altro che incrementare la lontananza tra zone urbane e agricole, e con particolare riferimento alla situazione femminile, le donne risultano essere quelle con meno possibilità di accedere alle poche innovazioni tecnologiche che giungono in tali aree. Queste quindi sono doppiamente discriminate, non solo a livello di genere ma anche tecnologico. In tali aree, infatti, proprio a partire dall’ambito scolastico le donne e le ragazze rimangono le più colpite da tale esclusione.  
Il ministro, essendo ben consapevole anche dei possibili risvolti positivi derivanti dalle nuove tecnologie e della loro formidabile utilità in un paese in via di sviluppo quale lo Zambia, ha sottolineato quanto sia essenziale trovare una corretta formula per l’introduzione e l’utilizzo di quest’ultime nel suo paese, senza però provocare alcuna alterazione dei profondi rapporti sociali di solidarietà e comunitari delle originarie comunità.
A tal fina Emerine Kabanshi ha ribadito che le nuove tecnologie non devono porsi come sostituto all’attività umana, ma hanno quale ruolo prettamente quello di  ottimizzare quest’ultima, e solo attraverso tale interpretazione è possibile mantenere lo spirito “ubuntuense”, cioè il senso di vivere insieme che ha da sempre caratterizzato le comunità Zambesi.
Pertanto è necessario adeguare le nuove tecnologie agli ambienti di utilizzo per renderle non solo più fruibili dalla popolazione, in modo tale da esemplificarne i lavori quotidiani, ma anche per poterle utilizzare nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse. Si pensi ad esempio all’utilizzo dell’energia solare e ai diversi metodi di cucinare che hanno un minor impatto a livello climatico. Inoltre, con riferimento alla diffusione dei nuovi canali di comunicazione che stanno incidendo profondamente sui comportamenti delle nuove generazioni, il ministro ha esposto l’importanza di promuovere adeguate campagne di informazione e di sensibilizzazione circa l’uso appropriato di tali canali contro il pericolo di abusi e sfruttamenti.

 
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