Speciale AOU DI MODENA

Premi Sanità 2020 e intervista al Direttore Generale dr. Claudio Vagnini

a cura di Ivana D’Imporzano - foto Francesca Pradella

Il 2020 ha segnato fortemente la vita di tutti noi e ha messo in evidenza quanto siano importanti ed essenziali i medici in prima linea e l’organizzazione delle strutture sanitarie per le comunità, in tempo di pandemia. Ci siamo resi conto una volta per tutte, che abbiamo bisogno di professionisti capaci, di medici sensibili che portano avanti la “mission” con forza e abnegazione, dei quali non possiamo fare assolutamente a meno perchè quando si parla di salute non si può certo scherzare. Per questo la nostra Redazione ha voluto ringraziare in modo tangibile con premi e attestati di stima e riconoscenza per lo spirito di servizio e per la dedizione costante e continua ai bisogni dei malati, alcuni medici che hanno collaborato con Profilo Donna Magazine e si sono prodigati in questo periodo per l’emergenza sanitaria. Inoltre in questo numero intervistiamo il dr. Claudio Vagnini Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena a Baggiovara, per approfondire le tematiche più importanti della Sanità in questo momento così impegnativo per tutto il settore.

 

Premi Sanità 2020

A Natale, Profilo Donna Magazine ha premiato alcuni medici dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. Il 18 dicembre scorso, infatti, Cristina Bicciocchi Direttore Responsabile e Presidente dell’Associazione Donne del 2000APS, ha premiato il Direttore Generale Claudio Vagnini, il Direttore della Struttura Complessa di Anestesia Rianimazione Terapia Intensiva dell`Ospedale di Baggiovara, Elisabetta Bertellini, il Direttore della Cardiologia del Policlinico, Giuseppe Boriani, il Direttore della Cardiologia dell’Ospedale Civile, Stefano Tondi - Direttore Cardiologia dell’Ospedale di Baggiovara come medici in prima linea per la Sanità 2020. I premi assegnati sono opere d’arte uniche della serie “L’Arte non trema” di Ingrid Mair iniziativa a sostegno delle scuole terremotate promosso da Profilo Donna nel 2017 con la Fondazione Sorrell. Nell’occasione per dare un segno tangibile di solidarietà, è stata fatta una donazione di dispositivi di prevenzione grazie alla collaborazione con il dr. Ettore Ricchi di Skymed.
“Queste festività - ha spiegato Cristina Bicciocchi - sono state diverse per tutti e anche le attività di incontro di Profilo Donna sono state rimandate al 2021.
Sono però proseguite le attività di editoria e di solidarietà attenta ai bisogni del territorio e del momento storico. La rivista Profilo Donna Magazine che in questo 2020 si è arricchita di approfondimenti dedicati alla sanità a cura della giornalista Ivana D’Imporzano, premiata per l’informazione del settore, ha voluto conferire attestati di merito e Premi per la Sanità 2020 ai medici in prima linea che hanno combattuto contro il Covid 19 e non solo e che hanno collaborato con la rivista”.
“Siamo grati a Profilo Donna e a Ivana d’Imporzano – ha affermato il Direttore Generale Claudio Vagniniper la sensibilità e la vicinanza che hanno mostrato in questi mesi nei nostri confronti, parlando di Salute con grande attenzione e profondità. Un premio che gratifica coloro che lo hanno ricevuto e che credo possa idealmente abbracciare tutto il nostro personale da mesi impegnato nella lotta a questa pandemia”.

Prima ancora che iniziasse la pandemia, nell’autunno del 2019, abbiamo arricchito la nostra rivista di una nuova rubrica medica grazie alla collaborazione con la giornalista Ivana D’Imporzano, volto noto televisivo che si occupa da sempre di informazione sanitaria. Ed è proprio grazie a lei che abbiamo approfondito e tenuto informati i lettori di Profilo Donna Magazine sugli argomenti di primo piano in ambito medico, oltre che degli andamenti e degli sviluppi della emergenza sanitaria. Quando abbiamo iniziato non avremmo mai pensato di trovarci ad affrontare una pandemia, ma a maggior ragione la rubrica dedicata alla sanità, oggi ci tiene informati della situazione attuale e della sua evoluzione. Quindi un ringraziamento e un premio anche ad Ivana D’Imporzano per il costante impegno nei rapporti con il settore sanità.

 

Intervista al Direttore Generale dr. Claudio Vagnini
a cura di Ivana D’Imporzano

Caro dr. Vagnini ci siamo incontrati in occasione del suo ritorno a Modena, in particolare a Baggiovara dopo che ha diretto l’ASL di Ferrara, in occasione della donazione dell’ing. Piero Ferrari di una apparecchiatura per il reparto di terapia intensiva diretta dalla dr.ssa Bertellini e Lei proprio in quella occasione ha rimarcato il concetto di quanto fosse importante nella sanità il gioco di squadra, del noi rispetto all’io. Che significa?
Significa che noi non possiamo continuare a seguire il modello dei vecchi baroni della medicina che erano tutti concentrati solo sul proprio operato. Adesso non è più possibile, oggi dobbiamo incominciare a parlare dell’importanza del gioco di squadra, non solo a livello medico, ma anche infermieristico e tecnico per poter parlare di integrazione e condivisione degli obiettivi a tutti i livelli, non solo locali.

Il Covid 19 ha comportato un riassetto degli ospedali e dei luoghi di cura e sappiamo che la pandemia ha frenato gli interventi chirurgici...
Putroppo sì il Covid ha frenato pesantemente gli interventi chirurgici ancora oggi sono solo al 65% massimo 70% della loro fattibilità, perchè molte sale sono state trasformate in terapie intensive e molte attività non sono state espletate anche per motivi di sicurezza per tenere ben separati i malati Covid e non Covid. Poi mentre a marzo l’accesso al Pronto Soccorso per un paio di mesi è crollato, dopo la gente ha ripreso a venire come prima e questo ha creato e crea molta richiesta su tutti i fronti.

È stato presentata recentemente in conferenza stampa una ricerca che parte proprio da qui, di una terapia innovativa e sperimentale per il Covid che sarà divulgata in tutta Italia. Questa sarà un’ulteriore arma importante per sconfiggere il virus?
Io sono contentissimo che si proceda sulla ricerca, perchè oltre la prevenzione che facciamo con la vaccinazione, oggi abbiamo bisogno di avere anche delle cure per questa malattia; i monoclonali finalmente hanno un esito proattivo e come ha detto in quella occasione il dr. Dominici le cellule staminali saranno molto importanti in futuro per le cure di patologie respiratorie e quindi anche per il Covid.
Quanto è importante la vaccinazione anti Covid?
È determinante, vale tanto quanto la vaccinazione contro l’epatite A o B. Possiamo passare alla vera indipendenza dal Covid solo vaccinandoci; dobbiamo entrare in una logica di prevenzione costante e continua annuale. Come facciamo la vaccinazione anti-influenzale, dovremo fare quella anti Covid. I vaccini sono stati la rivoluzione del sistema sanitario mondiale, non dobbiamo dimenticare che con i vaccini abbiamo sconfitto la peste, il colera e tante altre malattie.

Sappiamo che l’eccellenza della sanità in Emilia Romagna e l’attenzione all’umanizzazione della cura sono sempre al primo posto...
Sì è vero la Regione svetta perchè c’è una cultura della assistenza pubblica ad alto livello e abbiamo sempre scelto di avere una assistenza territoriale. Questa cosa non è tanto comune in italia. Lo dimostra anche il fatto che se non avessimo avuto l’intervento Usca a Parma e Piacenza in tempo di pandemia, i morti sarebbero stati molto di più.

Abbiamo ritenuto doveroso per il Vs. continuo e costante impegno dimostrato nel suo ruolo , di conferirLe un premio e un attestato di merito. Le ha fatto piacere?
Moltissimo. Noi spesso siamo dimenticati e visto che il nostro è un mestiere, molte volte non veniamo neanche ringraziati, in questo caso avere un riconoscimento è stato davvero un enorme piacere.
Lei è modenese di adozione come me, quando rientra a casa dalla sua bella famiglia come riesce a rilassarsi, dopo una giornata passata a gestire le problematiche in questo periodo?
A dire la verità faccio sempre più fatica a rilassarmi. Tra l’altro mia moglie è una maestra e quindi anche lei soffre questo periodo di ristrettezze. Mia figlia è infermiera e anche lei sta passando un momento particolarmente impegnativo, visto che ha deciso di curare a domicilio le persone fragili e, a differenza dell’Ospedale, non si riesce sempre a mantenere il giusto distacco emotivo... E quindi come vede, facciamo tutti fatica a uscire dalla dinamiche del lavoro.

Visto che il momento è così particolare anche per i giovani dal punto di vista emotivo e psichico, Lei che consiglio si sente di dare?
Che non perdano la speranza, nonostante il Paese sia in difficoltà su vari fronti.... A partire dalla politica devono esserci segnali di maturità, perchè gli adulti devono tracciare la strada e dare una visione ai giovani che nelle fasi importanti della loro crescita devono essere seguiti e indirizzati per dare loro prospettive di vita e lavoro. Come ho detto all’inizio è importante il coinvolgimento e il lavoro di gruppo perchè noi adulti abbiamo l’esperienza e loro, i nostri giovani che sono nati “informatici genetici”, sono fondamentali per noi nella condivisione per una visione integrata del futuro.

Dr. Vagnini come sempre grazie per il suo impegno, per tutto il lavoro svolto finora e per il tempo che ci ha dedicato per sviluppare una corretta informazione sulla Sanità sulla nostra rivista che viene letta non solo in Italia ma anche all’estero.

 

I premiati dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena

Elisabetta Bertellini.

Nel 1978 si è laureata in Medicina e Chirurgia a Modena nel 1978, dove si è anche specializzata in Anestesia e Rianimazione nel 1981 Dal 7/01/2015 è Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione del NOCSAE di Baggiovara. Dal 17 novembre 2015 dirige anche l’Anestesia e Rianimazione 2 del Policlinico. Dal 1988 è Professore a Contratto, presso la Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione di UNIMORE. All’esperienza in Terapia Intensiva Polivalente e Neurorianimazione si aggiunge quella anestesiologica nei differenti contesti di Chirurgia Generale e Specialistica. Ha realizzato il progetto del Centro Regionale Trapianti di Donazione d’Organi a Cuore Fermo.

Stefano Tondi

Laureato in Medicina e Chirurga nel 1981, si è specializzato in Cardiologia nel 1985, ha lavorato nei Reparti di Cardiologia del Policlinico e successivamente dell’Ospedale Civile di Modena. Ha diretto l’Emodinamica Provinciale fino al 2013, dal 2014 dirige la Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara. Dal 2016 ad oggi fa parte della Segreteria Regionale dell’ANMCO (Associazione Nazionale Cardiologi Ospedalieri).

Giuseppe Boriani

Professore di Cardiologia alla Università di Modena e Reggio Emilia, Direttore della Cardiologia del Policlinico di Modena e del Dipartimento Malattie Nefrologiche Cardiache e Vascolari. Membro del Board della Associazione Europea di Aritmologia e Membro di Comitato “Regulatory Affairs” della Societa Europea di Cardiologia. Past president della Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione. Ampia attivita scientifica su vari campi della cardiologia, specificatamente aritmie, scompenso cardiaco, monitoraggio remoto e impiego di device in Cardiologia.

Claudio Vagnini

Pesarese di nascita ma modenese di adozione laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984, guida l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena dal 1° luglio 2020. Dal 1° luglio 2016 dirigeva l’Azienda USL di Ferrara e dal 2 maggio 2016 dirigeva il Distretto di Modena dell’Azienda USL. La sua esperienza si è consolidata nel ruolo di Direttore di distretto di Vignola, Carpi e Pavullo che ha ricoperto dal 2007. Dall’ottobre 2015 è stato membro del Comitato di Indirizzo dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena e dal luglio 2016 della Cabina di regia per l’unificazione degli ospedali Policlinico e NOCSAE della città di Modena.

 

Studio RESCAT

Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, è partito lo studio nazionale di terapia cellulare per trattare i pazienti Covid. È il primo studio in Italia che utilizza un tipo di cellule staminali in sperimentazione clinica e il primo al mondo che confronta fonti diverse di provenienza delle cellule nell’ambito di un’unica sperimentazione controllata. Trattare i pazienti con polmonite da SARS-CoV-2 con l’infusione di cellule che inibiscono l’infiammazione. È questo l’obiettivo dello studio RESCAT, che è partito a febbraio grazie anche ad un cofinanziamento della Regione Emilia-Romagna di oltre 300mila euro e che, sotto il coordinamento dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Modena con l’Università di Modena e Reggio Emilia, vedrà coinvolti gli Ospedali Meyer e Careggi di Firenze, il Policlinico Irccs Ca’ Granda di Milano con l’Ospedale Covid di Milano Fiera, l’Ospedale San Gerardo di Monza con la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti e con l’Università Milano-Bicocca, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l’ULSS 8 Berica. A supportare i centri per l’analisi dei biomarcatori saranno l’Istituto Mario Negri di Milano e la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti. Le cellule in questione, chiamate “stromali mesenchimali” (mesenchymal stem cell, MSC), sono un tipo di cellule staminali anche in grado di produrre fattori antinfiammatori che sembrano contrastare il meccanismo alla base del danno d’organo indotto dal virus. RESCAT, “Studio prospettico randomizzato multicentrico di fase I/IIa sull’impiego di cellule stromali mesenchimali allogeniche nel trattamento di pazienti affetti da polmonite da SARS-CoV-2”, è il primo studio in Italia che utilizza le cellule MSC in sperimentazione clinica per pazienti positivi al Covid e si conferma il primo al mondo che esegue un confronto tra fonti di MSC diverse all’interno di un’unica sperimentazione controllata: cordone ombelicale, tessuto adiposo e midollo osseo.

 
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