di Cristina Bicciocchi
Sembra un ossimoro, una contraddizione ma in realtà è il modo per entrare in noi stessi e riconnetterci alla fonte. Direi l’unica fonte che ci permette di superare paure, ansie e stress in un mondo iperconnesso che ci obbliga a viaggiare ad alta velocità e dove si tende a riempire lo spazio con il fare anzichè il sentire. Questo ha creato soprattutto in questi ultimi anni, nervosismo, incapacità a relazionarsi, pensieri altalenanti, disturbi del sonno ect. ect. Tra l’altro in un libro che ho riletto recentemente “Donne che pensano troppo” di Susan Nolen Hoeksema, l’autrice afferma che pensare troppo è una tendenza prevalentemente femminile tipica della nostra epoca - ruminazione è il termine corretto - È una abitudine, o meglio, una trappola, che come sappiamo non contribuisce a risolvere i problemi, anzi tiene la mente avviluppata in un circolo vizioso con conseguenze deleterie sull’umore, l’energia vitale e che spesso fa perdere la salute. Uno degli aspetti più interessanti che vengono evidenziati nel libro per portare la società intera su un terreno più elevato (o più profondo ndr) è il suggerimento in particolare di recuperare il rapporto con gli anziani. Sì è importante perchè le persone più anziane sono meno inclini di noi a rimuginare e abbiamo davvero molto da imparare da loro.
Hanno una saggezza che proviene dall’aver gestito le crisi che hanno affrontato nella loro vita e che può offrire delle risposte alle domande che ci tormentano. La nostra cultura però ha più il culto della giovinezza che quello del rispetto per gli anziani e di conseguenza, non solo ignoriamo le lezioni che ci possono insegnare, ma prendiamo a modello persone troppo giovani e immature per essere sagge. Questo può essere uno dei motivi per cui viviamo in un vuoto di valori. Se le star del cinema e dello sport che ammiriamo hanno una scala di valori pari a quello di un adolescente viziato, i messaggi che ci arrivano da loro non ci aiutano a costruire una base spirituale o filosofica solida per la nostra vita. Il culto della giovinezza crea anche degli standard di bellezza e forma fisica che possono essere semplicemente irraggiungibili. Ma possiamo ora cambiare i modelli a cui ci ispiriamo con scelte quotidiane consapevoli. Come consumatori possiamo guardare serie tv o leggere libri che celebrano la popolazione anziana tanto quelli che glorificano la giovinezza e possiamo raggiungere un livello di forma. Certe volte è difficile vedere e ascoltare la loro saggezza. Quando vediamo un nonno o una nonna è probabile che ci limitiamo a vedere le loro difficoltà e il declino fisico. Questo ci impedisce di vedere la vita ricca e affascinante che molti di loro hanno vissuto e di cui adorerebbero parlarci. E se riuscissimo ad ascoltarli impareremmo qualcosa in più sul coraggio, la tenacia, sul vivere una vita fatta di principi, sull’amore, sulla perdita, sul lasciare andare ma soprattutto sulla ciclicità della vita...