Queen’s Symphonies



Ho sempre apprezzato l’arte per quella sua capacità di toccare le corde dell’anima e ancor di più l’artista per quella sua capacità innata di essere un canale in costante collegamento con la propria interiorità, dove ognuno di noi può rispecchiarsi ed entrare in empatia con l’opera d’arte che racchiude nella sua materialità il senso intangibile delle emozioni.
Parole, musica ma anche colori, tele, sculture avvalorate dall’unicità di saperle dosare, amalgamare e creare dal nulla...
Fantastico poi colui/ei che riesce nella sua creatività e genialità ad essere unico, originale e riconoscibile. Un tocco da maestro che lascia traccia di uno stile inconfondibile
che amplia la percezione e l’intuizione dei sensi e la capacità di aprire nuove strade. Solo pochi riescono, gli altri copiano.
In questo periodo storico, abbiamo bisogno tutti di affinare l’intuito, di cogliere una visione artistica ed estatica del futuro, che possa allargare gli orizzonti, senza riproporre standard ormai obsoleti di una realtà lontana dai nostri bisogni primari che sono in particolare quelli dell’anima.
Le nuove generazioni dovrebbero avere questa capacità (vedi bimbi indaco e cristallo di Paola Giovetti) per dare inizio a una nuova era di spiritualità, profondità di sentimenti, intuizione di come salvaguardare il pianeta riscoprendo l’importanza di essere uomini.

 
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