Il Grand Hotel et de Milan è il luogo scelto dalla Presidente di Progetto Donne e Futuro Cristina Rossello per la consegna delle borse di studio alle giovani premiate nel corso del 2012. Uno speciale incontro tra madrine e pupil nel luogo dove visse per un lungo periodo Giuseppe Verdi.
La stanza 105 del Grand Hotel et de Milan fu dal 1872 l’appartamento in cui visse Giuseppe Verdi, alternando la vita in città con quella della sua tenuta in campagna.
Nel 2013, anno del bicentenario dalla nascita del compositore italiano più celebrato al mondo, Progetto Donne e Futuro ha scelto di dedicare a lui uno speciale incontro fra madrine e pupil. Per una ragione: assegnare il compito di interpretare pezzi verdiani di difficoltà e alto contenuto alla pupil soprano Anna Delfino. Prova superata egregiamente.
In questa cornice Progetto Donne e Futuro ha consegnato le borse di studio alle ragazze premiate in occasione della Terza Edizione del Premio Profilo Donna Junior, ideato e prodotto dall’Avvocato Cristina Rossello, tenutosi nella città di Savona lo scorso 29 settembre.
Per il settore Comunicazione e Marketing industriale sono state premiate e affiancate alla madrina Claudia Cremonini due giovani: Elena Veglienzone, segnalata dal Campus di Savona come studentessa meritevole del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, che ha già iniziato il suo percorso di tutoraggio con uno stage all’ufficio stampa e relazioni esterne del Gruppo Cremonini; e Annalisa Barbieri, premiata nell’ambito del medesimo settore, scelta per la sua intraprendenza tra le autocandidate.
Anche per il settore Comunicazione Format televisivi e Produzione audiovisiva Progetto Donne e Futuro ha scelto di consegnare la borsa di studio a una ragazza autocandidata, Susanna Cozzi, che inizierà il suo percorso accanto alla madrina Darina Pavlova.
Grazia Agostino, segnalata dall’ITIS “Galileo Ferraris” di Savona quale studentessa meritevole, è stata premiata per il settore assistenza riabilitazione, avendo la ragazza espresso il forte desiderio di iscriversi al Corso di Laurea in Scienze Sanitarie. Le sue madrine “spirituali” sono Ornella Gramaccioni e Chiara Dalla Zentil, che in questa occasione le hanno consegnato la borsa di studio.
Per il settore tecnico industriale ha ricevuto la borsa di studio Sonia Parodi, la seconda ragazza segnalata dall’ITIS “Galileo Ferraris” di Savona, che inizierà presto il suo percorso di mentoring con Alida Catella.
Un’altra borsa di studio è stata consegnata a Silvia Fimiani, per il settore infermieristico, che in seguito alla segnalazione del Corso di Laurea in Scienze infermieristiche di Savona è stata affiancata alla madrina S.A.R. Silvia di Savoia Aosta.
Ha ricevuto la borsa di studio per il settore ingegneria ambientale Martina Lavagna, anch’ella segnalata dal campus di Savona e affiancata alla madrina Rossella De Zotti.
In seguito alla creazione della Task Force di Progetto Donne e Futuro che si occupa di monitorare l’applicazione della legge sulle quote di genere in Italia è stata premiata la dottoressa Elisa Marsotto, che sarà affiancata dalla madrina Lucia Calvosa nell’analisi degli statuti delle società quotate e delle partecipate pubbliche.
Al centro dell’incontro milanese vi è stato uno dei temi tra i più discussi degli ultimi anni, il rapporto tra i giovani e il lavoro. Rappresenta una vera frattura generazionale che mette in luce nodi irrisolti da un punto di vista economico-sociale e la videointervista della psicologa Eugenia Scabini, presidente del comitato scientifico del centro di studi ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica, ha evidenziato come il rapporto giovani lavoro abbia radici a un livello più profondo della sfera personale. «Oggi si tende a sottolineare l’aspetto auto espressivo del lavoro, il lavoro come modo o motivo per esprimere il meglio di sé, fare quello che piace. In realtà questa è una visione abbastanza riduttiva perché innanzitutto piace il lavoro anche faticoso perché attraverso la fatica si raggiungono traguardi che non possono non fare piacere, in secondo luogo – se si riflette bene - il lavoro ha una grande dimensione interpersonale, relazionale, sociale: si lavora con gli altri, per gli altri. Infine non dimentichiamolo, il lavoro ha una grandissima ricaduta sul sociale in termini di successo e guadagno e costituisce uno degli elementi di capitale sociale che circola tra le persone e crea solidarietà».
La famiglia gioca un ruolo determinante in questa prospettiva, ha una responsabilità precisa verso i giovani; ovvero innescare fin da subito e in maniera corretta il processo di apprendimento al lavoro. «L’idea che la famiglia sia una scuola di lavoro è un’espressione che non circola abitualmente» spiega la professoressa Scabini. «Ma come è organizzata una famiglia? Implica un’organizzazione assai sofisticata dove ognuno ha i suoi ritmi. La famiglia è una scuola di lavoro dove genitori possono trasmettere le virtù della fiducia, della pazienza, della tenacia nel portare a termine un lavoro. Atteggiamenti essenziali per educare a un lavoro che sia responsabile, fatto di competenza e di responsabilità». Per la professoressa Scabini, dunque, il lavoro è qualcosa di diverso da una pura forma di auto-realizzazione perché rappresenta una parte fondamentale del percorso di crescita e di costruzione identitaria di una persona. «Oggi visto l’aumento impressionante dell’istruzione femminile è evidente che, ricche di questi tesori accumulati, le donne sentano il desiderio – oltre ad averne il diritto – di far fruttare questo patrimonio nella società attraverso un’attività lavorativa extradomestica». Su Progetto Donne e Futuro Eugenia Scabini spiega che «si tratta di un’idea che è un po’ un passaggio di testimone tra generazioni, tra una generazione già affermata e una che si affaccia al mondo della professione, in linea femminile, con un’introduzione fatta dalla responsabilità della persona più adulta verso quella più giovane. Progetto Donne e Futuro è un’idea che considero vincente perché ciò di cui ha più bisogno oggi la società è di legami tra le generazioni piuttosto che di contrapposizione tra le generazioni, e questo è un punto nodale». La professoressa Scabini ha analizzato il rapporto pupil-madrina: «La cosa più importante dal mio punto di vista è la motivazione da parte delle senior, accompagnata da un aspetto di personalità “pro-sociale” cioè apertura verso gli altri e a non lavorare da sole. Dal punto di vista della pupil, è importante il desiderio di essere guidate il che non è così frequente. Insegnare uno stile cooperativo, uno stile di relazione che accompagna la professione è un dono molto importante e una caratteristica di Progetto Donne e Futuro di cui veramente abbiamo bisogno» spiega Eugenia Scabini.