Ricordando Pavarotti

di Isabelle Abram Barberini

Luciano Pavarotti nasce a Modena il 12 ottobre 1935. Il suo talento viene scoperto quasi per caso. Da ragazzo canta nel coro della "Rossini" insieme al padre Fernando. Ma è durante una trasferta in Galles, per partecipare al concorso internazionale di canto Llangollen che avviene la svolta, vince il primo premio.Da allora la lirica diventa la sua vita, il suo mestiere.


Ha studiato con il tenore Arrigo Pola e con Ettore Campogalliani e ha debuttato nel mondo dell’opera il 29 aprile 1961, nel ruolo di Rodolfo ne La Bohème, al teatro dell’opera di Reggio Emilia. Quattro anni dopo, sbarca negli Stati Uniti, a Miami, con Joan Sutherland, nella Lucia di Lammermoor.
Ma il vero exploit arriva il 17 febbraio 1972, al Metropolitan Opera di New York, dove in occasione dell’esecuzione dell’opera di Gaetano Donizetti, La Fille du Regiment, manda in visibilio il pubblico con nove do di petto eseguiti in maniera sciolta e naturale. È suo il record di 17 chiamate ed ovazioni al sipario.
Ha cantato con i più grandi del panorama operistico internazionale: Monserrat Caballé, Piero Cappuccilli, Josè Carreras, Fiorenza Cossotto, Placido Domingo, Mirella Freni, Kiri Te Kanawa, Aprile Millo, Robert Merrill, Sherrill Milnes, Leontyne Price, Leonie Rysanek, Renata Scotto, Damea Joan Sutherland, Carol Vaness, Shirley Vellete. Per non parlare dei direttori d’orchestra: Abbado, Bernstein, Herbert von Karayan, Levine, Maazel, Mehta, Muti e decine di altri celeberrimi maestri. Ha calcato i palcoscenici più prestigiosi delle più grandi città del mondo: il Met di New York, la Fenice di Venezia, La Scala di Milano, Bastille e Garnier di Parigi, Covent Garden di Londra. E ancora: Berlino, Napoli, Vienna, Buenos Aires, Barcellona, Chicago, Firenze, Amburgo, Madrid, Miami, Monte Carlo, Philadelphia, Roma, Salisburgo, San Francisco, Sydney, Zurigo e Torino. E si è esibito negli spazi più suggestivi, per accogliere le migliaia di persone che volevano assistere alle sue esibizioni: da Hyde Park a Central Park, dal Madison Square Garden all’Hollywood Bowl, da Wembley agli stadi olimpici di Berlino e Barcellona. Ha cantato in tutto il continente Americano, in Europa, Asia, Medio Oriente e Sud Africa. Ha vinto diversi Grammys e dischi di platino e d’oro ed è stato nominato Cavaliere di Gran Croce.
Negli anni ‘90 Pavarotti si è dedicato proprio ai concerti all’aperto, che si sono rivelati invariabilmente grandi successi. Il concerto in Hyde Park a Londra ha attirato oltre 150mila persone: la pioggia torrenziale non ha scoraggiato nessuno. Nel giugno 1993, in più di 500mila si sono radunati per ascoltarlo a Central Park (New York), mentre in milioni seguivano lo spettacolo alla televisione. A settembre dello stesso anno, all’ombra della Torre Eiffel a Parigi, ha cantato davanti a circa 300mila persone. Tra i più popolari, ci sono i concerti tenuti dai “Tre Tenori”: con Plácido Domingo (in precedenza suo grande rivale) e José Carreras. Le registrazioni, i cd e i video di questi show hanno superato le vendite di Elvis Presley e dei Rolling Stones. Memorabile fu la loro esibizione durante i mondiali di calcio, a Los Angeles, il 17 Luglio 1994. Si esibirono davanti a Frank Sinatra e Gene Kelly, omaggiandoli con My Way e Singing in the rain.
Dal 1992 al 2003 ha tenuto, a Modena, concerti a cadenza quasi annuale a scopo benefico: i celebri Pavarotti & Friends, trasmessi dalla Rai, che riunivano sul palco i migliori artisti della scena musicale pop italiana e internazionale che si cimentavano in duetti con il tenore. Nel 2004, dopo aver cantato la Tosca al Met di NY, abbandona le scene: «Penso che sia ora» disse a un reporter dell’Associated Press. In via del tutto eccezionale, però, ha ancora cantato per la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, in quello che si è rivelato essere un vero e proprio addio. Un’esibizione impeccabile, cristallina, potente e commovente: “Nessun dorma”.

Per molti anni i giornali sono stati interessati alla carriera di Luciano Pavarotti.
Ma all’improvviso spunta all’orizzonte Nicoletta.
Per la verità storie sulle “scappatelle” del tenorissimo se ne erano già sentite tante, ma nessuna confermata, nessuna era finita in prima pagina dei soliti settimanali di gossip.
Anche Adua, sembra sapeva e taceva, come la maggior parte delle mogli.
Ma l’idea di un divorzio e di un nuovo, giovane, amore, ha scatenato la curiosità delle riviste - e dei fan - di mezzo mondo. E’ il 1993 e iniziano a circolare le prima voci sulla crisi del matrimonio tra Luciano e la moglie Adua Veroni, sposata nel settembre 1961.
I gossip riportavano il nome dell’allora 26enne segretaria Nicoletta Mantovani.
I due furono sorpresi da un fotografo nella casa di Pesaro, dove fino all’anno prima tutta la famiglia Pavarotti si recava in vacanza.
Si disse che Big Luciano stava vivendo una seconda giovinezza grazie all’amore. Qualche anno dopo le immagini del tenore e della ragazza abbracciati nel mare delle Barbados fecero il giro di mezzo mondo. Nel frattempo la difficile separazione con Adua, che chiedeva metà del patrimonio, era seguita da stampa e tv. Ma l’inizio ufficiale della storia con la Mantovani viene fatto risalire alla primavera del 1996, con la pubblicazione di un servizio fotografico che immortalava il tenore e la segretaria ricevuti dal presidente Julio Sanguinetti e consorte durante una visita in Uruguay.
Il 13 gennaio 2003 Nicoletta regala a Pavarotti un’altra bimba, Alice.
E’ la quarta figlia del tenore, un’ altra femmina. Il 13 dicembre dello stesso anno, il tenore e la Mantovani si sposano a Modena dopo dieci anni di fidanzamento: il giorno delle nozze lui aveva 68 anni e lei 33. Cerimonia civile, ufficiata dal sindaco Giuliano Barbolini.
Lui portava una cravatta rossa e l’immancabile cappello, lei un abito disegnato da Armani e la piccola Alice un vestitino dello stesso colore di quello della mamma: cipria. Tra gli ospiti c’erano anche Lucio Dalla, Bono degli U2, Josè Carreras e molti altri tra colleghi e amici. Tre anni prima, nel 2000, il tenore viene investito dallo scandalo evasione fiscale. Oggetto del contendere: la residenza a Montecarlo. Nel luglio dello stesso anno viene decretata la fine delle ostilità: dopo 40 giorni di trattative con il fisco italiano, Pavarotti si accorda per una multa da 25 miliardi di vecchie lire.

A partire dal 1992 Big Luciano dà vita al “Pavarotti & Friends”.
Appuntamento annuale per un grande concerto in cui musica lirica e pop si incontrano. Lo scopo è raccogliere fondi per iniziative umanitarie. A Modena arrivano le star di tutto il mondo. Nel 1992 l’intero incasso ha consentito di realizzare un centro di accoglienza per le famiglie con bambini affetti da talassemia. A questa prima esperienza fanno seguito i concerti di “War Child” ai quali partecipano star come Bono, Elton John, Zucchero, Liza Minnelli. La somma raccolta serve alla realizzazione di un centro di musicoterapia a Mostar. Grazie all’incasso del concerto “I Tre Tenori”, svoltosi a Modena il 17 giugno 1997, Pavarotti, con Placido Domingo e Josè Carreras, contribuisce alla ricostruzione dei teatri “La Fenice” di Venezia e “Gran Teatre del Liceu” di Barcellona. Nello stesso anno diventa Ambasciatore della Pace dalle Nazioni Unite, per le innumerevoli opere di beneficenza caratteristiche di tutta la sua carriera artistica. Nel 1998 la manifestazione “Pavarotti & Friends” viene organizzata a favore dei bambini della Liberia. Mentre nel 1999 la stessa rassegna si propone di sostenere i bambini del Guatemala e del Kosovo e nel 2000 quelli del Tibet e della Cambogia. Ma nel nuovo Millennio il suo nome spicca anche per un’altra iniziativa di grande impegno sociale: è a fianco di Fabio Fazio e Teo Teocoli nella conduzione del 50esimo Festival di Sanremo, un’edizione che si propone di sostenere il progetto dell’Onu per la cancellazione del debito internazionale dei Paesi del Terzo Mondo.
A maggio 2001 è protagonista del “Pavarotti & Friends” per l’Afghanistan. Nel 2002 la raccolta è per l’Angola e nel 2004 per l’Iraq.

E il 6 settembre scorso una città intera, Modena, si è fermata per dare l’addio al tenorissimo. In tanti si sono radunati davanti al Duomo della città emiliana per dare l’ultimo saluto a Luciano Pavarotti.
Tanti i volti noti del mondo dello spettacolo, come i cantanti Jovanotti, Zucchero e Bono degli U2, tanti i politici, come Francesco Rutelli e il premier Romano Prodi, che ha anche tenuto un discorso. E poi tanta, tanta gente comune. Prodi ha così reso omaggio a Pavarotti a nome di tutta l’Italia: “Ci sono momenti in cui le parole non servono e a parlare è il dolore e l’emozione. Tutto intorno a noi e dentro di noi ci dice che Luciano Pavarotti è entrato in tanti momenti della nostra vita. È stato messaggero di pace e fratellanza. Vogliamo rendere omaggio anche alla sua grande umanità. Grazie a essa rappresenterà sempre non solo la musica, l’Italia intera. L’Italia è oggi triste ma orgogliosa di lui. Con il suo ultimo e commosso saluto l’Italia gli esprime qui, nel Duomo della sua città, la sua profonda gratitudine”.
Tanti i momenti di commozione durante la messa. Prima con l’Ave Maria cantata dal soprano Raina Kabaiwanska, poi con il canto di comunione intonato da Andrea Bocelli.

 
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