Moralità Artificiale Scontro (robo)titanico fra macchine ed attori

“Il successo nel creare l’intelligenza artificiale sarebbe da considerarsi il più grande evento della storia dell’umanità; sfortunatamente, potrebbe anche esserne l’ultimo, a meno che non impariamo ad evitarne i rischi”. Stephen Hawking

foto e testo di Francesca Pradella - www.10photography.com

È una Mostra del Cinema di Venezia fatta di film, di persone che comprano i biglietti e vanno nelle sale. Di truccatori, registi, sceneggiatori, produttori. Di fotografi, stilisti, cantanti e modelle. Ma se cercate attori nordamericani, inutile dirVi, troverete molto poco. Lo sciopero SAG-AFTRA (Screen Actor Guild - American Federation of Television and Radio Artists) iniziato il 13 luglio scorso con l’infuocato discorso della sua Presidente, Fran Drescher (attrice nota al pubblico per il ruolo da protagonista nella fortunata serie tv, LA TATA), non accenna a fermarsi.
Non si trova infatti l’accordo con AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers) ed i punti in questione sono decisamente delicati: ci sono disaccordi sui residui dello streaming e forte preoccupazione per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. La vera protagonista di quella che viene definita “AI Summer”, l’estate in cui persino Elon Musk e Steve Wozniak (co-fondatore di Apple), prendono in mano carta e penna e richiedono una moratoria di 6 mesi nello sviluppo di questi sistemi. Traduzione? La scienza è pronta, l’umanità no. Tim Burton, regista, esterna così i suoi timori: “Mi ricorda come, in alcune culture, farsi scattare una fotografia si credeva rubasse l’anima; ruba qualcosa dalla tua psiche.. come un robot che si impadronisce di te”. Il paragone con la Rivoluzione Industriale del 21esimo secolo, non è del tutto insensato perché, di fatto, l’informatizzazione di volti ed interpreti, rappresenterebbe un intrigante guadagno proprio per i produttori: pago per acquisire artificialmente l’immagine di una persona, così da poterla riprodurre a mio piacimento; digitalmente, senza necessitare della sua presenza fisica e del cachet equivalente. L’Intelligenza artificiale sta quindi diventando il Frankenstein nella stanza, non più evitabile e generante comprensibile inquietudine. Nel 2019 l’Unione Europea ha lanciato un codice etico che impone l’uomo ed il benessere della comunità al di sopra di qualsivoglia uso di questi hardware e software. Ma il problema di assenza di responsabilità circa cosa può essere generato dai cosiddetti algoritmi “black box”, rimane irrisolto.
Un esempio allarmante sono i cosiddetti “Deep Fake”: interpolazioni in cui immagini e video originali vengono utilizzati per creare finti media, spesso difficilmente riconoscibili nella loro falsità. Scarlett Johansson, una delle star più utilizzate in video pornografici editati da questi folli cyber-esperti, non si preoccupa per se stessa, perché la sua fama la protegge; sono le persone comuni o meno famose a rischiare di non essere credute o di finire in filmati e fotografie fittizie, che diventa molto difficile dimostrare non siano realtà.
Vince il Leone D’oro alla 80esima edizione del Festival, l’irriverente pellicola femminista diretto da Yorgos Lanthimos, Poor things. L’interprete da odore di Oscar, Emma Stone, non presenzia sul red carpet e difficilmente non si può solidarizzare con le sue ragioni.  Il film di apertura della Mostra doveva essere Challengers con protagonista Zendaya, ma la sua uscita è stata posticipata al 2024.
Interrotte le produzioni di Gladiator 2 con Paul Mescal e Pedro Pascal;  e di Deadpool 3, la saga con protagonista Ryan Reynolds. Le conseguenze dello sciopero si stanno facendo sentire e c’è chi vive un vero e proprio dramma personale per la cosa: la classe lavoratrice dell’industria cinematografica sta spesso ricorrendo a fondi non-profit per arrivare a fine mese. Stanno rischiando tutto per sostenere la protesta, pur non godendo dei salari delle grosse star che certo non vivono in maniera altresì schiacciante la situazione. Il divieto di presenziare agli eventi promozionali, intacca i produttori ma anche tutta la macchina che Vi gira attorno. I colleghi fotografi sono in forte sofferenza perché, senza celebrities, le foto non si vendono.
Come si concluderà la vicenda, ancora non è chiaro: Bob Iger, CEO di Disney , è stato fortemente attaccato per aver definito le richieste degli attori “irrealistiche”. Di fantascientifico, c’è sicuramente questo nuovo mondo al quale dovremo abituarci, in cui le macchine possono rimpiazzarci molto più di quanto non credessimo possibile.
Qualche visionario lo aveva previsto: il film  The Congress  del 2013, con Robin Wright, narra di un’attrice che si rassegna a cedere i diritti della propria immagine ad uno studio cinematografico, consentendogli di creare un personaggio del tutto virtuale; o l’episodio “Joan is Awful”, della pluripremiata serie Black Mirror, in cui una donna comune scopre che una piattaforma di streaming usa la sua vita per uno show a sua insaputa, distorcendone l’immagine a scopo di intrattenimento - nel suo contratto di lavoro con questa azienda, Vi era una clausola che non si era fermata a leggere. Alcuni siti si sono fortemente dissociati dal permettere la pubblicazione di contenuti non trasparenti prodotti con l’ausilio dell’AI. Altri, ne sfruttano i facili guadagni. L’ultimo sciopero degli attori era stato nel 1980; quello insieme agli sceneggiatori, nel 1960.
A rischio anche gli Oscar, Febbraio è dietro l’angolo; una soluzione, pare molto meno. Il Leone veneziano non rinuncia al suo ruggito e regala, comunque, un’edizione con titoli davvero interessanti. Attuale e possibile concorrente come Miglior Film Straniero proprio agli Academy, “Io Capitano”: il regista, Matteo Garrone, racconta con garbo e tenacia il dramma dell’immigrazione, rincuorando di come nessun sostituto digitale possa competere con la straordinaria interpretazione del giovane attore protagonista, Seydou Sarr. Leone D’argento alla Regia e Premio Marcello Mastroianni dedicato ai giovani interpreti emergenti. Entrambi, meritatissimi. Forse neppure Asimov saprebbe predire l’esito di queste manifestazioni ma una cosa è certa: trasparenza, etica e responsabilità, sono diventate la vera urgenza informatica di questo 2023.
Non c’è intelligenza artificiale che si possa definire tale, senza una morale che le si accosti degnamente.

 
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