Elisabetta Belloni al vertice dell’intelligence

È la prima donna a ricoprire questa carica

 

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha nominato l’ambasciatore Elisabetta Belloni Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in sostituzione dell’attuale Direttore generale, prefetto Gennaro Vecchione. Il Presidente Mario Draghi ha preventivamente informato della propria intenzione il Presidente del Copasir, Raffaele Volpi, e ha ringraziato il prefetto Vecchione per il lavoro svolto a garanzia della sicurezza dello Stato e delle istituzioni.
È la prima volta che una donna arriva al vertice dell’intelligence. In questo caso ha pesato la grande esperienza di Belloni, da sempre in prima linea nelle emergenze internazionali. Per anni capo dell’unità di crisi della Farnesina, ha gestito i sequestri degli italiani in Iraq lavorando fianco a fianco con gli 007 e diventando punto di raccordo per l’azione del governo per la liberazione degli ostaggi, ma anche punto di riferimento per le famiglie. Da Segretario Generale del ministero degli Esteri si è occupata dell’organizzazione della Farnesina.
Personaggio di spicco, all’Ambasciatrice Elisabetta Belloni era stato conferito il Premio Internazionale Profilo Donna nel 2010.
L’evento si è svolto al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena ora anche intitolato al grande soprano Mirella Freni, con la partecipazione delle autorità civili e militari della città. Nella foto l’Ambasciatrice con le altre premiate dell’anno 2010 e nel momento della premiazione.

Elisabetta Belloni

Elisabetta Belloni è stata Capo dell’Unità di Crisi della Farnesina dal 2004 al 2008. In questo ruolo, la prima grande emergenza che ha dovuto affrontare, solamente un mese dopo il suo insediamento, è stato lo tsunami nel sudest asiatico, definito come un disastro naturale senza precedenti.
Il suo esordio è stato segnato anche dall’uccisione in Iraq di Salvatore Santoro, dal rapimento di Giuliana Sgrena, dalla morte di Nicola Calipari a Baghdad, dalla crisi nella Costa d’Avorio, dall’influenza aviaria, fino al rapimento di sei italiani nello Yemen.
Dal 2008 è stata a capo della Direzione Generale per la Cooperazione alla Sviluppo, mentre dal gennaio 2013 al giugno 2015 è stata Direttrice Generale per le Risorse e l’Innovazione. Nel febbraio 2014 è stata promossa Ambasciatrice di grado e, dal giugno 2015, ha ricoperto la carica di Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Nell’aprile 2016 viene nominata Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri ed entra in carica il 5 maggio. È stata docente di Cooperazione allo sviluppo alla Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli.
Nel maggio 2018 il suo nome viene presentato dagli organi di stampa, insieme all’economista Lucrezia Reichlin, come una possibile candidata a ricevere il mandato di Presidente del Consiglio della XVIII Legislatura della Repubblica Italiana. Lascia il ministero degli Esteri il 12 maggio 2021, perché nominata dal Presidente del Consiglio dei Ministri alla direzione del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza.
Elisabetta Belloni è stata premiata nel 2010 dal Generale di Corpo D’Armata dei Carabinieri Carlo Gualdi, il quale ha sottolineato la sua soddisfazione per essere a Modena a premiare una donna di così grande importanza, da lui conosciuta professionalmente sul campo in più occasioni.
In quell’occasione facendo riferimento al suo periodo a capo dell’Unità di Crisi, Belloni ha raccontato che il ruolo le ha richiesto di «coniugare quello che avevo imparato professionalmente con gli aspetti umani più forti e sconvolgenti: rapimenti, stragi, trattare con famigliari in ansia o addirittura comunicare la morte.
Credo che essere donna, mi è stato detto tante volte, mi abbia aiutato. Ma la sfida più grande - prosegue - è stata il dover coniugare l’aspetto umano con l’aspetto freddo di una professionalità dalla quale non si poteva prescindere». E aveva aggiunto «Mi fa piacere che a premiarmi sia un Generale dell’Arma perchè il sostegno che ho trovato dalle forze armate, e dall’Arma in particolare, durante l’esperienza di Capo dell’Unità di Crisi ha dato un valore aggiunto a ciò che facevo quotidianamente».

 
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