foto di Marco Poderi, Callo Albanese e Sueo
Presidente di Food for Soul, l’organizzazione non profit che ha fondato con suo marito Massimo Bottura per supportare le comunità nella lotta contro lo spreco alimentare e l’isolamento sociale. Nata a Washington, Lara conosce il suo futuro marito a New York, dopo aver completato gli studi in storia dell’arte. L’incontro cambia la vita di entrambi in una visione comune del futuro. Nel 1995 si sposano a Modena, coltivando assieme l’idea del ristorante che ridefinirà i canoni della gastronomia. Aprono l’Osteria Francescana nel ’95, e da allora, lavora al fianco del marito e del team come parte integrante del dietro le quinte. Il suo costante impegno nel marketing e nella comunicazione internazionale contribuiscono al successo che ha portato l’Osteria Francescana a essere riconosciuta come il ristorante numero uno al mondo. Dal 2016 dedica le sue energie e le sue competenze a favore di Food for Soul, affinché la missione della ONLUS raggiunga sempre più comunità e sempre più professionisti in tutto il mondo. Ha inoltre lavorato al fianco del marito Massimo Bottura per realizzare due libri che raccontano tanto della loro storia come “Vieni in Italia con Me” e “Il Pane è Oro”, il libro di ricette e racconti del Refettorio Ambrosiano, progetto pilota di Food for Soul. Il suo approccio creativo è la chiave del successo di ogni progetto.
Buongiorno Sig.ra Gilmore e complimenti per l’iniziativa della onlus che si prefigge importanti finalità contro lo spreco alimentare e l’isolamento sociale. Due temi di grande attualità che possono fare la differenza per aiutare il prossimo. Ci racconti brevemente come è nata l’idea di Food for Soul...
Abbiamo aperto il primo Refettorio Ambrosiano in collaborazione con Caritas a Milano nel 2015 durante Expo ed è da questo primo progetto che nel 2016 abbiamo deciso di fondare Food for Soul. Volevamo dare vita ad un progetto che fosse innanzitutto culturale, per combattere lo spreco alimentare e l’isolamento sociale attraverso la qualità delle idee condivise, la forza della bellezza e dell’accoglienza. Oggi i nostri progetti sono esempi concreti di come comunità unite ed inclusive siano possibili anche nei posti più inaspettati.
Ad oggi quali sono i progetti che partendo dal territorio, avete sviluppato per il sostegno delle Vs. finalità?
Con Food for Soul abbiamo aperto 7 progetti in tutto il mondo, tra Milano, Rio de Janeiro, Modena, Bologna, Londra, Parigi e Napoli e al momento siamo focalizzati sulle prossime aperture in Nord America. Ma sul territorio Modenese siamo sempre molto impegnati anche con il Tortellante, il cui lavoro interessa e coinvolge sempre più realtà… a gennaio i nostri ragazzi hanno preparato i tortellini anche per Mattarella in Quirinale!
Come intendete far crescere la rete di sensibilizzazione in questa direzione?
Le nostre attività di sensibilizzazione non si limitano alle mura dei nostri Refettori. Vogliamo coinvolgere tutti, a partire dalle case e le famiglie, per trasmettere che un cambiamento verso un consumo più sano, etico e sostenibile è possibile e realizzabile subito.
Dobbiamo abituarci ad una spesa più equilibrata, basata su ingredienti stagionali, ancora meglio se acquistati da piccoli produttori locali da conoscere di persona. Che possano diventare dei consiglieri, degli amici, sostenendo una rete di connessioni umane che non solo è utile per la nostra spesa ma soprattutto per la collettività. Per sostenerci l’uno con l’altro e crescere come una comunità unita ed etica.
Casa Maria Luigia è la guest house che avete aperto recentemente sempre con la collaborazione di suo marito Massimo Bottura.
Nella nostra mente Casa Maria Luigia è come un’Osteria Francescana con 12 camere. Abbiamo voluto estendere l’ospitalità del ristorante basandoci sulle nostre più grandi passioni come l’arte e la buona cucina.
In Casa Maria Luigia ci occupiamo dei pasti dei nostri ospiti non solo per pranzo o cena, ma per tutta la giornata, dalla mattina alla sera, raccontando il nostro forte legame con il territorio emiliano. La colazione che serviamo è quella tipica dei contadini, con cotechino cotto sotto la cenere, focaccia preparata nel forno a legna, frittata, marmellate km 0, ricotta di Rosola, gnocco fritto con mortadella. Tutti prodotti di eccellenza che raccontano il nostro paesaggio attraverso assaggi del meglio del territorio. Il lusso di oggi non è più rappresentato da prodotti esotici che arrivano da lontano, ma dalle eccellenze che abbiamo dietro l’angolo, come il cotechino, il parmigiano reggiano, la mortadella, l’aceto balsamico e le tradizioni culinarie che definiscono l’Emilia come Food Valley. Durante il giorno nostri ospiti sono invitati ad aprire il frigo e prendere snack freschi a base di frutta e verdura del nostro orto, che li accompagnano fino alla sera, momento in cui apriamo le porte di Francescana at Maria Luigia. Abbiamo deciso di proporre un’Osteria Francescana in un contesto nuovo, dove non ci sono più tovaglie ma solo tre tavoli comuni, e dove i cuochi insieme allo staff raccontano, piatto dopo piatto, la storia del nostro ristorante.
Il menù da nove portate suddivide in capitoli i momenti più importanti della nostra storia, coinvolgendo tutti a partecipare in prima persona alla nostra storia sempre in divenire.
Il suo rapporto di coppia è davvero “speciale”; non solo Lei sapeva di sposare Massimo e il suo ristorante, ma è davvero incredibile l’affiatamento che avete su tutti i progetti di cui vi occupate.
Quest’anno Osteria Francescana compie 25 anni.
Per me vuol dire che sono già passati 25 anni dal giorno in cui Massimo mi ha chiesto di sposarlo a telefono, mentre io ero ancora a New York e lui a Modena.
Ho detto il mio primo sì al ristorante, e dopo 3 mesi anche a Massimo. Siamo arrivati alle nozze d’argento grazie a tutti i progetti che siamo riusciti a creare insieme.
Ci hanno permesso di rinnovare anno dopo anno l’energia, l’entusiasmo, la passione che ci ha sempre legato, per condividere obiettivi che vanno oltre al matrimonio ma che sono un grande progetto di vita condiviso.
In questo modo il nostro ruolo non si limita più a quello di marito e moglie, ma è più ampio, riguarda la nostra persona a tutto tondo, e ci permette di cambiare negli anni e avere sempre un ruolo diverso.
Quindi oltre al ristorante La Francescana e la Onlus Food for Soul adesso c’è anche il coordinamento della guest house; come riesce a conciliare gli impegni famigliari con tutto il lavoro che c’è dietro a tutte queste attività?
I miei figli sono cresciuti sotto i tavoli di Osteria Francescana insieme a tanti fratelli maggiori, con cui hanno vissuto insieme giorno dopo giorno, festeggiando i loro compleanni con grandi teglie di tiramisù da condividere. Non c’è una distinzione tra team e famiglia, tra casa e ristorante, è tutto collegato. Prendersi cura dell’uno è come occuparsi anche dell’altro. Anche mio figlio Charlie, ad esempio, è pienamente coinvolto nelle attività, e quest’estate è stato il nostro tuttofare a Casa Maria Lui-gia, aiutando i clienti con le valige oppure aiutando il nostro team in cucina. Mia figlia Alexa invece subito dopo la laurea è tornata a Modena dagli Stati Uniti e ha iniziato ad aiutarmi con la produzione di materiale di comunicazione e progettazione del nostro sito