SUL SOFA' DI CHICCA C'È:
Raffaella Pannuti ('04)
Silvia Nicolis

Raffaella Pannuti, nata a Bologna nel 1973, è laureata in chimica industriale.
Dopo diverse esperienze lavorative ed un tesserino da giornalista pubblicista, nel 1998 entra in ANT, ora Fondazione ANT Italia Onlus, prima come responsabile dell’ufficio stampa, poi come Segretario Generale e infine nel 2011 ne diviene Presidente. La Fondazione ANT, organizzazione non profit, fondata nel 1978, si occupa di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai Sofferenti di tumore e rappresenta la più grande e riconosciuta istituzione italiana nel campo delle cure palliative per i Sofferenti di tumore, assistendo dal 1985 più di 110.000 Pazienti.
Più di 20 sono i lavori in cui è coautrice nell’ambito delle cure palliative.
Ha partecipato come relatrice a diversi convegni internazionali e nazionali in ambiente medico e dedicati al Terzo Settore.
Iscritta a EUCLID, associazioni internazionali che raccolgono i leader del Terzo Settore, è membro degli Action Groups dell’Unione Europea.

Dr.ssa Pannuti come è nata 40 anni fa l’idea di ANT...(come Vi rapportate con il sistema sanitario nazionale?)
Sul finire degli anni Settanta mio padre, il professor Franco Pannuti, all’epoca primario della Divisione di Oncologia dell’Ospedale Malpighi di Bologna, cominciò a ragionare su come garantire continuità nelle cure ai malati di tumore dimessi dopo terapie o interventi e dare sostegno concreto alle famiglie, lasciate spesso sole a gestire situazioni difficili. Da lì cominciò a farsi strada l’idea di ANT, una realtà fondata sul principio dell’Eubiosia: il diritto a una vita in dignità per tutti, anche nel momento della malattia. Nel tempo ANT è cresciuta, diventando la più ampia realtà non profit in Italia per le attività gratuite di assistenza domiciliare specialistica ai malati di tumore e di prevenzione oncologica. Dall’inizio delle attività abbiamo curato a casa 116.000 persone e portato l’esperienza ANT in 10 regioni italiane, in alcuni casi in convenzione con le ASL locali. Proprio in questi mesi abbiamo firmato un protocollo d’intesa non oneroso con il Ministero della Salute che ha riconosciuto il nostro ruolo a livello nazionale nella tutela della dignità di vita del sofferente in fase avanzata e avanzatissima a domicilio e per la diffusione e la formazione sul tema delle cure palliative.

Come si è evoluto il Vs. lavoro e il Vs. impegno nei confronti dei malati oncologici e delle loro famiglie?
Il servizio di assistenza ANT ha sempre puntato alla sartorializzazione dell’intervento: una presenza costante dell’équipe sanitaria, reperibilità 365 giorni l’anno, 24 ore su 24 e un servizio psicologico di supporto, a disposizione del malato e dei familiari. L’approccio è a 360° e affronta ogni genere di problema, sia esso diagnostico, terapeutico, infermieristico, psicologico e sociale nell’ottica del “benessere globale”. L’assistenza ANT è attenta cioè a tutti gli aspetti della vita di una persona: portiamo nelle case cure igieniche, il cambio della biancheria e - dove possibile – biblioteca, cineteca domiciliare e un pasto caldo. Inoltre forniamo un Servizio Porta-a-Porta per il trasporto gratuito del malato in ospedale, per svolgere esami strumentali, ricoveri e trattamenti in Day Hospital.

Oggi siete una Fondazione prestigiosa a livello nazionale con sede a Bologna, 120 delegazioni in tutta Italia e numerosissimi medici e volontari che lavorano presso di Voi; ci può dare qualche cifra?
Lavorano per ANT oltre 430 professionisti tra medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari e funzionari: non si tratta di volontari ma di personale motivato e adeguatamente formato. Ogni medico ANT ha, in media, la responsabilità terapeutica di circa 20/25 pazienti e opera in équipe insieme a infermieri e psicologi. Le 20 équipe multiprofessionali ANT danno assistenza ogni anno a 10 mila malati di tumore, per una media di 4000 ogni giorno. Questi sono poi affiancati da oltre 2000 volontari che sono i garanti dell’Eubiosia (la buona vita, il nostro motto).

Oltre a dare sostegno ai malati di tumore a domicilio, il Vs. lavoro è quello di promuovere iniziative di prevenzione, di responsabilità sociale d’impresa, oltre a campagne di raccolta fondi...
Partendo dall’impegno sul fronte dell’assistenza, ANT ha poi allargato lo sguardo su altri ambiti, come la prevenzione oncologica, la formazione e la ricerca. La formazione è rivolta agli operatori sanitari che lavorano per noi, ma anche ai volontari e agli studenti delle scuole. Oltre agli aspetti sanitari, alla sensibilizzazione e alla preparazione al volontariato, ANT si dedica alla formazione su temi del fundraising e della responsabilità sociale d’impresa, cui dedichiamo focus specifici come il Premio Eubiosia, il riconoscimento alle aziende e alle realtà profit che ci sono accanto con donazioni, progetti di co-marketing e iniziative di welfare aziendale. Sul fronte della Ricerca, siamo impegnati in studi finalizzati a migliorare sempre di più i livelli assistenziali, concentrandoci su diversi aspetti riguardanti l’innovazione nel campo delle cure palliative.
In questo ambito, proprio di recente, abbiamo lanciato un importante studio sull’applicazione della realtà virtuale immersiva alla cura dei malati oncologici.

A livello di prevenzione sappiamo che già in molte zone d’Italia sono attivi i vostri progetti gratuiti, in cosa consistono?
Da alcuni anni abbiamo scelto di investire sul fronte della prevenzione che consideriamo – insieme ai corretti stili di vita – uno degli strumenti più efficaci contro il cancro.
Ci siamo concentrati su quattro grandi aree di intervento, offrendo ai cittadini visite gratuite per la prevenzione di neoplasie mammarie, ginecologiche, tiroidee e della pelle. L’impegno profuso è molto forte, tanto che in poco più di dieci anni abbiamo erogato oltre 116 mila visite specialistiche e controlli diagnostici, offrendo un servizio di particolare valore oggi che, con la crisi, i cittadini sono costretti a tagliare perfino le spese per le cure di base.

Il bilancio della Vs. Fondazione viene reso noto tutti gli anni e sono sempre di più le persone che Vi sostengono anche attraverso lasciti...
Il lavoro di ANT è reso possibile in gran parte dal contributo di privati e aziende: solo il 17% di quanto raccogliamo, infatti, viene da convenzioni con il Sistema Sanitario Nazionale. I modi per contribuire sono tantissimi, dalla semplice donazione alla destinazione del 5x1000 in sede di dichiarazione dei redditi. Negli ultimi anni ci siamo concentrati anche sui lasciti testamentari, una pratica che all’estero è molto diffusa e che nel nostro Paese ha stentato a decollare, vuoi per motivi culturali, vuoi per consuetudine.
L’idea di fare testamento a favore di fondazioni o associazioni è comunque cresciuta anche in Italia negli ultimi dieci anni e ha toccato anche Fondazione ANT: promuovere la cultura della solidarietà anche nel momento in cui si pensa, serenamente, a cosa lasciare dopo di sé è fondamentale.

Qual è il ruolo dei volontari ANT?
Gli oltre 2000 volontari ANT sono i primi a sensibilizzare le persone sul principio dell’Eubiosia e sui nostri progetti. Al loro impegno si devono splendidi eventi di raccolta fondi, la gestione di punti di ascolto e aggregazione del volontariato aperti alla cittadinanza e la capillare presenza delle piazze italiane con le nostre campagne nazionali (i ciclamini autunnali dedicati alla prevenzione, le stelle di Natale e le uova di Pasqua). Tutti i nostri volontari ricevono accurata formazione: alcuni di loro – un gruppo selezionatissimo – vengono opportunamente formati per lavorare a contatto con le famiglie degli assistiti, aiutarli nelle piccole commissioni e nel disbrigo delle pratiche burocratiche, offrire supporto logistico o semplice compagnia al malato e al suo nucleo familiare.

 
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