Josefa Idem (PD ‘04) ha iniziato a praticare la canoa all’età di undici anni e a quarantatre ha partecipato a quella che per lei è stata la settima olimpiade vincendo l’argento, che per quattro millesimi non è stato oro.
Campionessa nella specialità K1, kayak individuale, è la donna che nella storia dello sport italiano ha vinto di più in manifestazioni di Campionati del Mondo e Olimpiadi.
È la prima e unica donna nella storia della canoa italiana che ha vinto un Campionato Mondiale e un’Olimpiade.
Josefa nasce il 23 settembre 1964 a Goch in Germania, paese per il quale gareggia dal 1984 al 1989.
Il 1990 è un anno di svolta: si trasferisce a Santerno, vicino a Ravenna, inizia a gareggiare per l’Italia e si sposa con Guglielmo Guerrini, suo allenatore.
Diplomata in Germania in lingue, parla fluentemente inglese, italiano, naturalmente il tedesco e scolasticamente il francese oltre che il dialetto romagnolo.
È madre di Janek, tredici anni, e di Jonas, cinque anni: le sue medaglie più prestigiose.
Il terzo posto agli Europei, la Coppa del Mondo di Poznan e l’argento alle Olimpiadi di Pechino sono solo le ultime vittorie del 2008. Complessivamente in Mondiali e Olimpiadi ha vinto 6 ori, 11 argenti e 9 bronzi. Agli Europei 8 ori, 2 argenti e 2 bronzi. Ha vinto due Coppe del Mondo, un secondo e un terzo posto, conquistando complessivamente 45 gare di Coppa del Mondo. Inoltre, è entrata in finale nei Mondiali e Olimpiadi degli ultimi 25 anni. Dal maggio del 2001 al giugno 2007 è stata Assessore allo Sport del Comune di Ravenna.
È testimonial di Telefono Rosa, dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, di Acqua è Vita e per l’anno 2002 della campagna per la donazione di organi della Regione Emilia-Romagna.
Collabora con la Gazzetta dello Sport e dal 2007 è membro della Commissione Scientifica per la Vigilanza e il Controllo sul Doping per la tutela della Salute nelle Attività Sportive del Ministero della Salute.
“Controcorrente” è l’autobiografia pubblicata con Sperling & Kupfer nel 2007.
Lo scorso settembre ha ricevuto dal Presidente Giorgio Napolitano l’onorificenza di Grand’Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Chicca: Josefa Idem, dopo l’argento di Pechino che rimarrà nella storia come una delle gare più mozzafiato che abbiamo seguito l’estate scorsa alle Olimpiadi, ha rilanciato la sfida a Londra 2012.
Con una lunga e ricca carriera alle spalle, cosa la spinge a continuare a gareggiare a così alto livello?
JI: Quello che ancora oggi mi spinge a continuare sono senz’altro l’amore e la passione per il mio sport, ma anche la voglia di sperimentare e caso mai spostare i miei limiti. Se con questo riuscirò pure a smentire qualche luogo comune, come per esempio quello che da una certa età in poi non si è più buone per le grandi prestazioni sportive, tanto di guadagnato.
Altro fattore non da sottovalutare: mi intriga la mia competenza - in canoa ci so proprio andare - e mi piace fare bene il mio lavoro.
Chicca: Si tende a pensare alla canoa come a una disciplina sportiva tipicamente maschile, lei lo conferma?
JI: La canoa è uno sport che richiede una grande forza muscolare, quindi direi che della canoa, visti i modelli antichi che la fanno ancora da guida per valutare la femminilità e la bellezza femminile, si possa parlare di una disciplina considerata tipicamente maschile. Ma sotto un bel tailleur i muscoli non si vedono.
Chicca: Come esprime il suo essere donna nell’ambiente sportivo?
Quali doti secondo lei contano di più per ottenere eccellenti risultati?
JI: Le doti che contano di più per ottenere eccellenti risultati a mio avviso sono: tenacia, perseveranza, costanza, voglia di vincere e una grande forza di immaginazione. Se uno si immagina sempre perdente, perderà. Lo diceva già Napoleone: succede sempre ciò che più temo.
Quindi, prima di vincere una gara sul campo occorre averla vinta nella testa per almeno un centinaio di volte.
Se alle doti aggiungiamo le strutture adeguate e i professionisti ben preparati (allenatori, fisioterapisti, ecc), allora cominciamo ad esserci.
Chicca: Ha conquistato tantissime medaglie. Quale è stata una vittoria che ha avuto un sapore diverso rispetto a tutte le altre?
JI: L’oro di Sidney. Perché è stato un oro olimpico, cioè il massimo delle aspirazioni di un atleta e perché l’ho conquistato in una giornata da leoni con un vento forza otto e onde alte mezzo metro.
Chicca: Per sei anni è stata Assessore allo Sport del Comune di Ravenna.
In questo ruolo l’ha aiutata la sua posizione di sportiva?
JI: La mia esperienza da atleta mi è senz’altro stata utile e ha avuto ricadute positive innanzitutto nelle decisioni pratiche. Quando uno ha vissuto lo sport sul campo sa cosa serve per farlo bene.
Chicca: Come ha trovato l’ambiente politico?
JI: É stata un’esperienza molto importante per me perché per la prima volta in vita mia, mi sono dovuta proiettare così nettamente fuori da quello che è stata la mia realtà da atleta per poi confrontarmi con le esigenze e le opinioni di una comunità. Mi ha aperto nuove visuali e mi ha dato degli strumenti di dialettica di cui prima non disponevo.
Tuttavia, la mia valutazione dell’ambiente politico non è soltanto positiva.
A volte ci sono talmente tanti compromessi da fare che non si riconosce nemmeno più quali siano stati i quesiti iniziali di una discussione e questo è controproducente e
dispersivo.
Chicca: Non ha mai smesso però di impegnarsi per cause benefiche....
JI: Spesso non riesco a fare altro che mettere a disposizione la mia immagine per dare visibilità ad un tema oppure ad una causa. Comunque non mi sono mai tirata indietro quando sono stata contattata per cause benefiche perché sento il profondo desiderio di ricambiare in qualche modo la fortuna che ho avuto nella mia vita.
Chicca: E ora c’è anche l’esperienza televisiva...
JI: Se si riferisce allo spot della “Kinder & Sport” devo dire che è stata davvero una bellissima esperienza.
Inoltre, avermi scelta, assieme ai miei figli, come una testimonial per questo progetto, era anche un riconoscimento per me. Per successi che ho maturato in decenni di impegno che tuttavia non sempre hanno avuto l’attenzione di cui ho goduto in questi ultimi due anni.
Chicca: La sua famiglia sappiamo avere un ruolo importante nella sua carriera. Come riesce a conciliare gli impegni nel sociale, nelle istituzioni, oltre a quelli sportivi, con i figli e il marito?
JI: É un’autentica azione acrobatica che non mi riuscirebbe se non fossi aiutata da tutti, da mio marito, ai miei figli a mia madre.
Chicca: Penso che il suo allenatore-marito sia molto orgoglioso del vs. binomio sportivo, per non parlare dei suoi figli...
JI: Sì, anche perché è una colonna portante di quelle prestazioni sportive che vedono me come protagonista individuale che però sono frutto di questo lavoro di squadra.
Figli inclusi, i quali naturalmente sono la luce dei nostri occhi.