di Cristina Bicciocchi
Nata in Toscana a Livorno, si è laureata nel ‘79 all’Università di Pisa nella Facoltà di Lettere e Filosofia Indirizzo Europeo. Ha studiato negli Stati Uniti d’America presso l’Università privata Lake Erie College in Painesville nell’Ohio. Dal 2003 al 2011 è stata la presidente nazionale di W.I.S.T.A. (Women’s International Shipping & Trading Association) Italia, associazione nazionale femminile dell’industria marittima italiana. Wista a livello internazionale raggruppa, al femminile, tutte le principali professioni del mondo commerciale marittimo. Wista nasce a Londra nel ‘74 (presente attualmente in 35 paesi del mondo) per la volontà di tre amiche mediatrici marittime, in Italia è sorta a Genova, sede attuale, nel 1994 e nel 1999 Maria Gloria Giani ha fondato a Livorno la prima sede secondaria; durante la sua Presidenza Wista ha raddoppiato il numero delle socie e si è registrato in quegli anni il picco massimo di membership. Dal 2014 è Presidente del Propeller Club Port of Leghorn, Club Service Internazionale (nato negli Stati Uniti nel 1927) associazione portavoce della promozione del mondo imprenditoriale nel settore dei trasporti marittimi, terrestri, aerei; i vari Propeller d’Italia (22) favoriscono la formazione e l’aggiornamento tecnico, culturale tra tutti gli appartenenti alle categorie economiche e professionali legate alle attività marittime e dei trasporti internazionali e nazionali. Nel gennaio del 1980 Maria Gloria Giani entra a far parte della azienda di famiglia Pilade Giani, Spedizioni Internazionali Logistica Area marittima; la Società è una delle storiche aziende di Livorno, certificata come tale dalla CCIAA e fu fondata dal bisnonno nel 1887. Amministratore delegato della stessa dal 1995, Maria Gloria ha seguito in particolare il settore marketing, naturalmente le pubbliche relazioni e l’area finanza. Dal 2013 è la Presidente del C.d.A. del gruppo Giani. La sua esperienza lavorativa l’ha portata ad essere coinvolta come docente per numerosi Master e Corsi di formazione specializzanti : dall’Accademia italiana della Marina Mercantile di Genova alla LINK University romana, da corsi in inglese per la Associazione Spedizionieri, (Fondo FOR.TE: il più importante tra i Fondi interprofessionali per la formazione continua, per numero di aziende che lo hanno scelto) fino a Master sia per lo Yachting che per la Logistica, per i quali è anche membro deel Comitato Scientifico, in sinergia con il gruppo Azimut Benetti Spa e Regione Toscana. Da giugno 2010 al giugno 2011 Maria Gloria Giani è stata l’unico membro italiano della Task Force creata appositamente dalla Commissione dell’Unione Europea D.G. MOVE (Direzione Generale Mobilità e trasporti) per varare le nuove politiche di ingaggio dei marittimi nella flotta dell’Unione Europea fino al 2018. Per il costante impegno nella diffusione della cultura imprenditoriale marittima in Italia e per la sua dedizione all’associazionismo femminile legato al mondo del mare e no, Maria Gloria Giani ha ricevuto dal 2005 ad oggi, il Premio per l’imprenditoria femminile Minerva (ricevuto a Roma presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio nel novembre 2005), il Premio Navigare Informati in occasione del Salone Nautico di Genova, per la diffusione e la cultura del mare (ricevuto presso Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera settembre 2008), il Premio Internazionale Profilo Donna per la professione e l’associazionismo (ricevuto nel Teatro Pavarotti di Modena nell’ottobre 2009) ed il Premio Alghero Donna sezione Speciale (maggio 2010). Nel 2012 al teatro delle Commedie ha infine ricevuto il premio Oscar alla Livornesità, come cittadina doc. Il suo credo, dopo la sua azienda, è quello di incentivare costantemente la formazione femminile nel settore marittimo. Dal 2008 è sposata con l’Ammiraglio italiano Ispettore Capo (CP) Raimondo Pollastrini del Corpo delle Capitanerie di Porto, prematuramente deceduto a Ferragosto del 2013.
Signora Giani Pollastrini complimenti per l’intensa attività che dopo gli studi, l’ha vista in prima linea sia a livello imprenditoriale, sia a livello istituzionale, con un’unica costante: l’attività portuale e i trasporti marittimi. In particolare a Livorno, la Vostra azienda Pilade Giani Spedizioni è quella che da 130 anni si occupa di tutto il trasporto di merci via mare. Ci racconti brevemente la storia dell’azienda a partire dal bisnonno che la fondò nel 1887, i cambi generazionali e le innovazioni della sua gestione.
La nostra famiglia è di origine fiorentina, commercianti ed il bisnonno decise di venire a Livorno nella seconda metà dell’800 per gestire fin dall’arrivo in porto i prodotti importati dalla famiglia. Fondò così una delle prime agenzie marittime del tempo. Per essere definito agente, era necessario remare fino a raggiungere in rada i velieri e toccandone la chiglia divenivi l’agente per quel viaggio; dunque o avevi muscoli e una piccola imbarcazione o pagavi questo servizio ai “barcaioli” e così facendo il bisnonno, che non aveva muscoli, fondò la Pilade Giani. A lui si affiancò il mio nonno Angelo, che aveva studiato a Londra per cui più semplice per lui contattare gli armatori ed i Comandanti per fidelizzare i suoi servizi. Il nonno poi ha voluto con sé mio padre, Sergio, che studiava Chimica all’Università di Pisa ma che a causa della seconda guerra mondiale ( papà era nato nel 1925) lasciò ed entrò in azienda. Quando come per magia si è rotto l’equilibrio di figli unici e maschi e sono arrivata io, poi mia sorella e mio fratello, dei tre figli sia io che Federico siamo stati coinvolti in ditta mentre Elisabetta ha fatto una scelta diversa, vive a Milano ed è insegnante di lingua inglese. Mio padre è stato il mio mentore, grande imprenditore, a lui devo la mia passione per questo lavoro che per piacerti può solo entrarti nel sangue. Fornire servizi all’industria ed alle imprese è il nostro mestiere, spostare i loro prodotti da un capo all’altro del globo in sintesi fornire logistica, termine ripreso da tecniche militari ai tempi di Giulio Cesare e ormai da anni definito una scienza. Il mio apporto personale, per diversificare, è stato quello di avvicinare la azienda a settori quali il crocierismo navale (fornendo assistenza nei porti alle grandi navi da crociera) o lo yachting di lusso; inoltre mio padre mi ha passato il timone sulle spedizioni di Project Cargo (ndr.: spedizioni di merce non containerizzabile) e assieme abbiamo gestito tra il 1995 ed il 2005 tutte le spedizioni dall’Italia (non solo da Livorno) di un grandissimo numero di vagoni destinati a formare le metropolitane di Washington DC, S. Francisco, Seattle e Boston, prodotti dalla industria italiana che si era aggiudicata queste commesse. E’ stato un periodo di lavoro fantastico durante il quale molto spesso dovevo volare in USA sui vari cantieri.
Nel 2010 Lei è stata l’unico membro italiano della Task Force creata appositamente dalla Commissione dell’Unione Europea D.G. MOVE (Direzione Generale Mobilità e trasporti) per varare nuove politiche di ingaggio dei marittimi nella flotta dell’Unione Europea fino al 2018. Quali sono stati i risultati che la Task Force ha ottenuto in questi anni per chi lavora nel settore?
Innanzitutto vorrei dire che è stato per me un privilegio lavorare per un anno in Commissione a Bruxelles con colleghi inglesi, danesi, greci, olandesi e spagnoli. Lo scenario e’ stato concentrato sui marittimi di Flotta EU anche se il mare è ovviamente internazionale e spazio centrale della globalizzazione. In questo nuovo scenario economico globale l’uomo sembra aver perso ogni centralità ed i lavoratori marittimi a bordo delle navi, che costituiscono la forza-lavoro invisibile da cui oggi dipende in grandissima parte il commercio mondiale, sono soggetti tra coloro che hanno sperimentato fin da subito gli effetti negativi delle economie adottate dagli armatori, con una forte riduzione delle tutele personali e sociali. Siamo comunque riusciti a migliorare il welfare per i marittimi, ridurre a tre mesi il tempo di navigazione sul medio raggio con stop di un mese a casa e a far ratificare in più stati membri (nota bene : in Italia solo nel 2017!) la Convenzione Internazionale del lavoro Marittimo ( ILO) del 2006, convenzione che ha introdotto strumenti di tutela a favore della categoria.
In generale come è la situazione attuale dei porti italiani e dei trasporti marittimi? Quali sono le figure professionali più richieste nei porti e per le spedizioni marittime? Può un giovane trovare possibilità di crescita e di carriera?
Nel grande bacino definito il Mar Mediterraneo si approda molto in Italia, ormai meglio noto come il Gateway per l’Europa, negli ultimi anni, tristemente, anche a causa delle vicende dei flussi migratori e dei profughi. Rimanendo sull’economia, come ho detto, in un mondo globale il 90% dei traffici si muove via mare e questa “industria” costituisce uno di settori con maggiori interessi, non solo per gli armatori ma per tutte le imprese con cui la nave si interfaccia: porti appunto, all’interno dei qua-li vi sono infrastrutture terminalistiche, servizi di agenzia marittima, di spedizioni, servizi tecnico nautici, assicurazioni e trasporti via terra. I porti italiani situati negli 8.000 chilomentri di coste, sono suddivisi in porti di interessi internazionali, nazionali e regionali. Le infrastrutture sono ancora molto da migliorare, in particolar modo i collegamenti sia stradali che ferroviari ci rendono meno competitivi rispetto al Nord Europa ed i terminal portuali sono dati in concessione a privati, sempre meno italiani e rappresentanti Società di armatori internazionali, i quali scelgono determinati porti per gli approdi delle proprie flotte così da gestire la filiera dei traffici alla A alla Z. Ultimamente abbiamo apprezzato una lieve ripresa dei prodotti italiani verso l’export, dai nostri porti, ma l’import dal Far East è la massa critica che si muove in Italia. Nella settore della filiera logistica è più facile tuttavia, per un giovane, trovare paradossalmente una posizione di lavoro in città non portuali ma dove la merce origina o giunge in import.
Tra i vari incarichi Lei è anche docente all’Accademia Italiana della Marina Mercantile. Che cosa insegna e quali sono i traguardi che si prefigge la formazione dell’Accademia?
L’ Accademia della Marina Mercantile, fondata nel 2011, tra l’altro grazie ad una idea condivisa tra mio marito, l’allora Comandante Generale delle Capitanerie di Porto Italiane Amm. Raimondo Pollastrini, un armatore ed un giornalista, si prefigge il compito di formare allievi per l’armamento italiano mercantile, per creare dunque posti di lavoro per i nostri giovani marittimi. L’ingaggio a bordo avviene a prescindere dal percorso accademico tuttavia ne agevola la carriera. Ho insegnato discipline legate ai servizi che completano il ciclo nei porti.
Lei come donna è senz’altro un’apripista e una leader nel suo settore che crede fermamente nei valori femminili e nella rete rosa. E’ stata Presidente Wista e oggi è al secondo mandato di presidenza del Propeller Club di Livorno. Quante donne in Italia si occupano di shipping e come può secondo Lei l’associazionismo essere di aiuto all’emancipazione femminile al di là degli scopi specifici di ogni club?
Bella domanda. Sicuramente l’associazionismo è molto utile a far emergere le potenzialità del femminile.
Nello Shipping, se per industria marittima si intende l’armamento, difficile trovare donne nelle stanze dei bottoni. Per costruire navi e gestirle è necessario l’accesso al credito ed è quindi raro trovare donne armatrici ai vertici, anche se vi sono in Italia alcune buone eccezioni. Nella logistica invece, dove cura, curiosità ed amore possono rappresentare ottime caratteristiche per la leadership femminile, è sempre più presente la donna ai comandi. E nello scenario del service associazionistico è piuttosto naturale lavorare in questa direzione.
Almeno per me lo è stato. Soroptimist negli anni ’90, Wista nel decennio 2000- 2011 ora alla leadership del Propeller e spesso coinvolgo relatrici donne. Insieme facciamo rete e mentoring per le nuove forze lavoro al femminile.
Per tutta questa attività imprenditoriale, di associazionismo e di formazione è di sicuro una figura molto importante e di riferimento per il settore marittimo...quindi meritatissimi tutti i premi e i riconoscimenti che le sono stati conferiti...Un premio è di sicuro un riscontro importante per l’impegno profuso e la meritocrazia va riconosciuta sempre e, a proposito, secondo Lei quando potremo premiare la prima donna Ammiraglio?
Ammetto che i riconoscimenti che ho avuto sono stati per me un privilegio. E’ una grandissima emozione, soprattutto nella cognizione che puoi essere un modello. Non per presunzione, anzi, ma per poter continuare a dare. Oggi sono gratificata quando giovani donne mi cercano e mi contattano per consigli e condivisione. Significa che non ho sprecato energie. Quanto alle Donne in Marina, magari ma Le dico una cosa: negli Stati Uniti per anni e da anni il Vice Comandante della Coast Guard è una donna Ammiraglio! (attualmente Admiral Sandra L. Stosz). Dal 2000 in Italia è stato aperto l’arruolamento anche alle donne quindi il tempo di raggiungere i gradi e…ops, di certo ve ne saranno di Signore Ammiraglio da premiare. Ne sono certa.