La ventesima edizione del Premio Internazionale Profilo Donna ha avuto due momenti ben distinti, entrambi vissuti in ambienti molto suggestivi, ricchi di storia e conosciuti a livello mondiale: il Teatro Luciano Pavarotti e l'Accademia Militare di Modena.
Al Teatro Pavarotti si è infatti tenuta la consegna dei premi a Marina Cicogna, Cristina Rossello, SAR principessa Wijdan Bint Fawaz Al Hashimi, Marinella Di Capua, Lucia Zanotti Kissing, Lea Pericoli, Carmela Remigio, Silvana Giacobini, Maria Gloria Giani Pollastrini, Maria Kopieva, le dieci donne che hanno ricevuto il prestigioso premio internazionale "Profilo Donna" e a Nicoletta Mantovani Pavarotti. All'Accademia di Modena si è invece tenuta la cena di gala, subito dopo la premiazione.
Le premiate e alcuni ospiti sono stati accompagnati da alcuni piloti a bordo di elegantissime Maserati, che hanno coperto più volte il tragitto che va dal Teatro Comunale Luciano Pavarotti all'entrata dell'Accademia Militare. La perfetta organizzazione di Profilo Donna non ha mancato di far trovare anche un lucidissimo pullmino, personalmente guidato dal pilota Claudio Carini, a disposizione di tutti coloro che desideravano fare il tragitto al caldo. Coloro che hanno usufruito di questi mezzi, non hanno sicuramente sofferto il freddo della serata, ma si sono persi una bellissima e romantica camminata per le strade di una Modena semideserta. Solo i più temerari hanno così potuto godere della dolce atmosfera che si respirava quella sera: nel silenzio ovattato della notte il fruscio delle sete e dei taftà dei vestiti delle elegantissime signore presenti all'evento hanno regalato atmosfere d'altri tempi. I leggeri passi delle signore e quelli più marcati dei loro accompagnatori hanno creato una specie di musica di sottofondo, che si è andata pian piano perdendo nella notte.
Giunti davanti al portone di entrata dell'Accademia gli uomini e le donne si sono soffermati ad ammirare l'architettura di un palazzo conosciuto in tutto il mondo. Nella struttura si insediò infatti la corte Estense, quando arrivò a Modena dalla vicina Ferrara. Era il 1598 e Modena divenne così Capitale del Ducato. Il palazzo è sorto sui resti del castello che fu fortemente voluto da Obizzo III alla fine del XIII secolo.
Ora in quel bellissimo palazzo, che visse i fasti degli Estensi, vi è la sede dell'Accademia Militare di Modena, la più antica istituzione con il compito di preparare i futuri Ufficiali dell'esercito italiano e dell'Arma dei Carabinieri.
Tornando a quella serata magica, dopo avere ammirato la bellezza architettonica del palazzo, giunti nell'atrio le voci degli invitati si sono poi fatte più sommesse, perché quelle grandi lapidi di marmo, poste all'entrata, con inciso il nome dei nostri eroi, uomini che hanno combattuto dure battaglie e che hanno dato la vita per la Patria e per regalare a tutti noi la libertà, meritano il rispetto dovuto.
Le fiaccole che hanno indicato il cammino che gli ospiti dovevano seguire per accedere al grande salone dove si è tenuta la cena hanno creato un'atmosfera particolarmente suggestiva; l'accoglienza del personale dell'Accademia è stata discreta e preziosa. Nel salire i gradini di quel monumentale scalone, che si trova nel cuore della struttura non ci si è potuti esimere dal provare una grande emozione e poi l'arrivo nel tepore dei locali che portano al Salone d'Onore dell'Accademia è stato vissuto come un caldo abbraccio di benvenuto, lo stesso caloroso benvenuto che è stato dato a tutti i presenti dal padrone di casa, il Generale di Corpo d'Armata Roberto Bernardini, Comandante dell'Accademia Militare di Modena.
Dopo l'aperitivo, tutti gli invitati hanno preso posto a tavola, per gustare il menù realizzato da Bologna Service catering.
Nel salone d'onore, dove si è tenuta la cena, tutto era perfetto: dal raffinato tovagliato, alle porcellane, dalle preziose posate, ai singolari centrotavola. Cosa dire poi del quadro di Lyda Borelli, la grande attrice del cinema muto alla quale è stata dedicata questa ventesima edizione del Premio Internazionale Profilo Donna, realizzato dall'artista Cristina Roncati per Artistic Tamassia. L'opera, posizionata di fianco al tavolo d'Onore, è stata una presenza discreta ma ben presente. Lydia Borelli, a cinquant'anni dalla scomparsa, è riuscita, ancora una volta, ad incantare con il suo sguardo sensuale e a tratti innocente, coloro che hanno incrociato i suoi occhi, anche solo attraverso un'immagine. Lei, attrice di cinema e di teatro, ha segnato un'epoca ed è stata anche una presenza viva in occasione di questo evento, che l'ha riconfermata "Divina".
Gli stupendi affreschi della sala, i preziosi lampadari e l'eleganza degli invitati hanno contribuito al tocco finale, per creare un'atmosfera veramente speciale ed indimenticabile.
In una notte nella quale a Modena si è un po' sognato, anche il plastico della Pavarotti Tower, che troneggiava sul tavolo della Sala del Corleone, ha regalato emozioni.
Chi tra i presenti non ha amato il grande Maestro? Chi non ha tremato nell'ascoltare la sua straordinaria, inimitabile ed indimenticabile voce? Chi non è mai stato contagiato dal suo sorriso e della sua schietta risata?
E ora vedere il nome di Luciano Pavarotti troneggiare sopra uno degli edifici più importanti di Dubai, una città che lui, come ha ricordato Nicoletta Mantovani, amava molto, è stato davvero emozionante.
Le dieci donne premiate, le autorità presenti e gli invitati hanno vissuto tutti insieme una serata nella quale l'impegno e il difficile cammino delle donne è stato evidenziato, com'è stato evidenziata l'importanza che rivestono gli uomini che sono vicini a queste donne e che hanno capito che il camminare fianco a fianco è molto più gratificante e produttivo di un percorso che lascia indietro uno dei due.
La serata si è conclusa con un arrivederci alla prossima edizione del Premio Internazionale Profilo Donna, un appuntamento che in questi primi vent'anni di vita ha svolto un lavoro enorme e preziosissimo.
Vi è poi da sottolineare che le serate di Profilo Donna hanno riportato a Modena quell'eleganza e quel garbo che in troppe occasioni viene, purtroppo, ormai dimenticato.
Anche questo fa parte della cultura e dei costumi di un popolo.