Monet e gli Impressionisti
Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi

MV Art & Design

La prima grande mostra dopo il periodo post-Covid 19, è quella che si tiene a Palazzo Albergati di Bologna con i 57 capolavori di Monet e dei maggiori esponenti dell’Impressionismo francese quali Manet, Renoir, Degas e molti altri provenienti dal Musèe Marmottan Monet di Parigi, nota nel mondo per essere la “casa dei grandi Impressionisti”.
Inaugurata il 29 agosto, la mostra è una anteprima assoluta dal momento che, per la prima volta dalla sua fondazione nel 1934, il Museo parigino cede in prestito un corpus di opere uniche, molte delle quali mai esposte altrove nel mondo.
“Era tutto pronto per l’inaugurazione prevista lo scorso 12 marzo, quando il dilagare della crisi sanitaria del Coronavirus - dichiara Iole Siena, Presidente del Gruppo Arthemisia - ha costretto i capolavori di Monet e dei più grandi Impressionisti a una brusca ritirata. Dopo cinque mesi, il mondo non è più quello di prima e quello della cultura, particolarmente colpito dalla pandemia, sta vivendo una forte battuta d’arresto. In questo contesto l’apertura di una mostra eccezionale come “Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musèe Marmottan Monet di Parigi” va in controtendenza rispetto al panorama internazionale ed emoziona più del solito, perchè aprirla significa gettare il cuore oltre l’ostacolo, superare paure e incertezze e prediligere l’interese del pubblico rispetto al proprio”.
È questo il messaggio che vogliono dare insieme il Musèe Marmottan Monet e Arthemisia che hanno lavorato duramente per poter riprogrammare la mostra che rimarrà fruibile fino al 14 febbrario 2021. Il Comune di Bologna, in collaborazione con Bologna Welcome, partecipa attivamente alla promozione della mostra, anche attraverso lo strumento della Card Cultura. Per le visite consigliata la prenotazione. La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 e potranno entrare 25 persone ogni 20 minuti, per un massimo di 75 visitatori all’ora, con l’obbligo di indossare la mascherina.

La mostra
Principalmente Monet, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac saranno gli indiscussi protagonisti della mostra Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musèe Marmottan Monet di Parigi: una occasione irripetibile per ripercorrere l’evoluzione del movimento pittorico più amato alivello globale. Un percorso espositivo che vedrà primeggiare - accanto a capolavori cardine dell’Impressionismo francese come Ritratto di Madame Ducros (1858) di Degas, Ritratto di Julie Manet (1894) di Renois e Ninfee (1916-1919 ca.) di Monet - opere inedite per il gande pubblico perchè mai uscite dal Museo di Parigi. È il caso di Ritratto di Berthe Morisot distesa (1873) di Edouard Manet, Il Ponte dell’Europa, stazione Saint Lazare (1877) di Claude Monet e Fanciulla seduta con cappello bianco (1884) di Pierre August Renoir. La mostra vuole anche rendere omaggio a tutti quei collezionisti e benefattori - tra i quali molti discendenti e amici degli stessi artisti in mostra - che a partire dal 1932 hanno contribuito ad arricchire la prestigiosa collezione del museo parigino rendendola una tra le più ricche e più importanti nella conservazione della memoria impressionista. Con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con il Musèe Marmottan Monet di Parigi e curata da Marianne Mathieu, Direttore scientifico del Museo.
Tutte le informazioni sono disponibili visitando i siti:


www.palazzoalbegati.com
www.arthemisia.it
www.ticket.it


Claude Oscar Monet
Pittori fra i più amati di tutti i tempi per la delicatezza e l’espressività lieve dei suoi quadri, Claude Oscar Monet è nato il 14 novembre 1840 a Parigi. Artista alle prime armi, trascorre la propria fanciullezza con la famiglia a Le Havre, città che lascia all’età di quindici anni per trasferirsi a Parigi, su consiglio del pittore Boudin. La capitale francese era in effetti anche la capitale della cultura ed è naturale che lì il pittore avrebbe trovato adeguati stimoli per sviluppare le sue idee.
Durante il mese di gennaio dell’anno 1857 perde la madre.
A Parigi si iscrive alla “Academìe Suisse” dove, oltre a rimanere colpito dalla pittura di Delacroix, Daubigny e Corot, incontra artisti specializzati in paesaggi, come Pissarro, Bazille, Sisley e Renoir. Insieme formano un’allegra quanto talentuosa combriccola (è celebre il ritratto di Monet compiuto da Renoir nel 1875), si scambiano idee e proposte culturali, oltre a condividere momenti di pittura “dal vero” nella foresta di Fontainbleu.
Lega in particolare con Bazille e, grazie a questi, Monet trova finalmente un atelier personale, dove elabora alcune celebri tele due delle quali (“La foce della Senna a Honfleur” e “Punta di Cap de Héve con la bassa marea”) vennero accettate in quello che diverrà il celeberrimo “Salon des réfusés” (l’esposizione in cui si rifugiarono i rivoluzionari impressionisti, inizialmente del tutto avversati dalla critica). Queste opere ebbero una critica tanto lusinghiera da spingere l’artista ad iniziare il dipinto “Colazione sull’erba”.
Intanto esegue anche caricature, un genere di cui è sempre stato un maestro fin dalla fanciullezza, riuscendo a pubblicarne qualcuna su fogli satirici. Alla fine dell’anno torna a Le Havre, ma il 29 aprile 1861 riceve la chiamata alle armi da cui non può esimersi.
È arruolato nel corpo dei cacciatori d’Africa e a giugno parte per Algeri.
In seguito dirà di essersi preparato qui all’impressionismo.
Ad un certo punto interviene la ben introdotta zia Marie-Jeanne e riesce a farlo esonerare.
Nel 1862 lavora con Bourdin e conosce Jongkind. In autunno è di nuovo a Parigi: entra nello studio di Gleyre e incontra Renoir e Sisley, oltre a ritrovare Bazille. Appartengono a questi anni alcuni paesaggi dei dintorni di Honfleur. Nel 1867 dipinge “Donne in giardino”, tappa fondamentale nelle ricerche impressioniste. Da questo momento in poi diviene costante nella sua arte, l’impegno di identificare pittura e natura, immagine e forma, e di cogliere attimo per attimo la realtà.
Il 28 giugno 1870 sposa Camille, sua compagna fino al 5 settembre 1879, quando la ritrae sul letto di morte. A settembre, giunto a Londra per evitare nuovamente la guerra, Daubigny lo presenta a Durand-Ruel che alla prima mostra della Società degli artisti francesi nella sua galleria di New Bond Streeet, gli permette di esporre “Entrata al porto di Trouville”.
Nelle opere del decennio ‘70-’80 sono espresse le concezioni impressioniste. Ad esempio “La colazione”, “Il ponte di Argantuil” e il celebre “Impression, soleil levant”, estremamente importante perchè è da esso che prenderà il nome il gruppo degli impressionisti.
Nel 1871 muore il padre e si trasferisce a Londra dove sboccia l’interesse per Turner e Constable.
Nel 1874 si trasferisce in Olanda dove realizza vedute e paesaggi di Amsterdam. Alla mostra degli impressionisti dello stesso anno Claude Monet presenta sette pastelli e cinque dipinti tra cui “Campo di papaveri”.
Nel 1876 Paul Cezanne lo presenta al collezionista Chocquet. Esegue quattro vedute dei giardini delle Tuileries. L’anno seguente apre uno studio in rue Moncey, realizza varie vedute della stazione Saint-Lazare ed espone alla terza mostra degli impressionisti. Nel 1878 realizza “Rue Montorguril”, “Rue Saint-Denis” e la “Chiesa a Vétheuil”.
Dopo dieci anni presenta alla terza mostra dei Les XX di Bruxelles dieci nuovi lavori. Le opere vengono esposte anche in America ed ottengono enorme successo. Ad aprile torna in Olanda a dipingere; da settembre a novembre soggiorna a Belle-Ile-en-Mer in Bretagna e realizza una quarantina di dipinti che terminerà poi a Giverny.
Qui inizia la serie degli “stagni”. La sua reputazione internazionale cresce: espone ancora a Parigi, San Pietroburgo, Mosca, New York, Dresda e Boston.
Nel 1911 Durand-Ruel gli organizza due mostre personali a New York.
Nello stesso anno gli viene diagnosticata una doppia cataratta, ma l’operazione agli occhi viene rimandata. I problemi agli occhi si aggravano di anno in anno. Si ammala di tumore al polmone nel 1926. Morirà il 5 dicembre dello stesso anno a Giverny.


 
 
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