AMBIENT ART AND ARCHITECTURE

di Laura Villani

ARSENALE DI VENEZIA TESA 90 ALLE NAPPE
Exhibiton in occasion of VENICE BIENNALE 2010 - 12° International Architecture Exhibition "People Meet in Architecture"

La mostra Ambient, Art and Architecture, ideata e curata da Laura Villani nella suggestiva Tesa 90 alle Nappe dell'Arsenale di Venezia, è un evento organizzato in occasione della 12° edizione della Biennale di Venezia 2010, International Architecture Exhibiton "People Meet in Architecture" che visualizza, attraverso le opere di artisti, designer e architetti invitati, il tema della scultura urbana come integrazione nell'architettura della scultura vista nel suo ruolo di elemento di valorizzazione e identità, strumento progettuale essenziale di definizione e caratterizzazione dello spazio, elemento di completamento in ambito architettonico e urbano di ogni edificio che valorizza l'opera d'arte con una collocazione progettata.

UNICA


La scultura è un tema particolarmente affascinante, con implicazioni nella loro collocazione che vanno dall'ambito architetttonico a quello rituale o religioso. Un ruolo importante che ci collega alle grandi civiltà dell'antichità quando la scultura era un elemento essenziale della progettazione di un edificio e di una città in senso lato. Questa integrazione con l'architettura è una modalità progettuale che gli artisti coinvolti nella mostra Ambient portano avanti con grande coerenza e continuità in tutto il percorso della loro importante carriera artistica. Sculture, anche monumentali da inserire nel progetto e nello spazio architettonico in una sinergia che si viene a creare per la capacità e volontà di progettare insieme all'architetto e non di intervenire a posteriori sulla realtà ormai cristallizata dell'edificio ultimato. Scultura come elemento progettuale a supporto a esaltazione dello spazio architettonico o dell'urban design ma anche a esaltazione e supporto della possibilità di un'opera d'arte di essere valorizzata da una collocazione "pensata" e non casuale. Nella storia come nel presente la scultura ha sempre rappresentato una forma artistica che ci permette di comunicare l'intenzione progettuale e funzionale di un edificio. Delle tante possibili modalità di trattare il tema scultoreo a scala urbana, di grande complessità e potere seduttivo, l'esposizione Ambient ha percorso quella di presentare una serie di opere realizzate da grandi artisti, designer e architetti in ambiti architettonici.
La mostra, allestita nello straordinario spazio della Tesa 90 dell'Arsenale, forse il più suggestivo di tutto l'Arsenale, su un fondale di grande impatto architettonico della serenissima, sembra costituire quasi un'emblematica proposta, di come la scultura potrebbe costituire un elemento di caratterizzazione, di complessità e di arricchimento culturale delle nostre città. Una riflessione sul ruolo della scultura che Ambient propone e che sarebbe interessante ipotizzare come elemento imprescindibile di ogni edificio che viene ideato e costruito. L'arte come strumento progettuale che pervade il nostro quotidiano, il mondo del lavoro, dell'ufficialità, dello svago o della meditazione e religiosità. La mostra, intende così essere l'occasione, di approfondire una tematica di grande interesse in vari ambiti del contemporaneo che ha visto negli anni moltissimi artisti realizzare opere come scelta poetica costante e prediletta, e di misurarsi, con la sfida che la sua scultura realizza opponendo come l'architettura alla caducità della vita la possibilità di ambire all'eternità
In questo percorso dove gli artisti invitati vanno ad identificare un percorso dove ciascuno propone uno spazio firmato Roberto Fallani è autore di "Opus Zen", un'installazione realizzata con un trono che domina ingrandimenti fotografici di sculture tecno-archeologiche diventate cavernosi habitat mistici che mettono in rapporto il tema romantico della macchina, con la spiritualità di cui l'Occidente sente forse la nostalgia. L' "Archeologia Immaginaria" di Paola Crema propone un gioco concettuale dove le sculture, da lei realizzate, che reinterpretano con modernità di linguaggio il gusto rinascimentale e manieristico dell'epoca dei Medici, appaiono come reperti riemersi da un continente perduto e le opere fotografiche sembrano documentare un ritrovamento, in realtà ricreato in un set, che disvela sculture come pezzi di eternità. Nell'installazione di MV Art in Design, "Nel segno del design, della luce e dell'amore", gli artisti Angelo Morucci e Mario Venturini ci fanno entrare come in un microcosmo ovattato e multisensoriale di essenze, suoni e sculture lucenti come stelle nella notte dove il punto focale è Cosmo la scultura inserita nel deserto di Dubai con in lontananza la celebre Vela dell'architetto Tom Wright (special guest dell'ambientazione). Sculture realizzate con leghe speciali e carbonio, utilizzando processi di alta tecnologia della Formula Uno e dell'Aerospaziale. La società di ingegneria Favero&Milan, con sede a Mirano (Venezia), Milano, Napoli, Colonia, Pechino, Timisoara, Tripoli e Mosca, che ha partecipato alla realizzazione di circa 900 progetti, particolarmente complessi, quali aeroporti, ponti, autostrade, tunnel, edifici pubblici, utilizzando i materiali e le tecnologie più all'avanguardia, nell'installazione Ambient presenta in particolare due padiglioni realizzati per l'Expo mondiale di Shanghai: il Padiglione B2 (con una nuova pelle fatta di piastrelle in cotto sulla facciata) e il Padiglione B3-2 (rivestito da una una membrana intelaiata con aperture di differenti dimensioni). All'interno dell'ambientazione, le sculture in bronzo dell'artista veneziano Gianmaria Potenza, che combinano forme possenti a superfici vibranti di un alfabeto perduto, risolto con inserti in vetro e tessere a mosaico, danno luogo a una serie di rimandi con le immagini degli edifici di Shanghai dove le sculture in mostra appaioni nella sinergica capacità di connotare lo spazio progettato. Per Ambient all'interno dell'ambientazione dello Studio C. Urbino, che da anni porta avanti l'integrazione dell'arte nello spazio architettonico, gli artisti Giampiero Pagnini e Patrizio Travagli presentano opere che prevedono il coinvolgimento degli spazi urbani. In particolare Giampiero Pagnini, nato a Pescara, presenta l'opera "Aperitivo stenopeico" che offre un'immagine triplice, bidimensionale e distorta, che, catturando l'osservatore con l'ambiguità della visione, propone un'immagine indefinibile di ciò che potrebbe essere reale ed afferrabile e che invece si confonde e sfugge simultaneamente al movimento. Per Ambient Patrizio Travagli, artista nato a Firenze dove dirige l'Accademia d'Arte AD'A, vincitore del Targetti Art Light Award, presenta "Warped passages", un'installazione pensata per una piazza in vetro, specchio, pellicole plastiche, neon, acciaio. A proporre un'ulteriore inserimento, nel percorso di Ambient, della scultura come strumento progettuale dello spazio architettonico, la collezione di Pareti d'Autore realizzate su progetto ideato e curato da Laura Villani, che ha invitato alcuni dei più prestigiosi esponenti del panorama artistico internazionale a realizzare elementi, in materiale ceramico realizzati da DesignTaleStudio, con cui firmare una superficie o uno spazio architettonico. Della collezione ad Ambient vengono presentate le Pareti d'Autore firmate da quattrro maestri del design e dell'architettura quali Mario Bellini, Michele De Lucchi, Alessandro Mendini e Karim Rashid. Mario Bellini, notissimo designer e architetto milanese, che dagli anni '80 lavora prevalentemente nel campo dell'architettura in Europa, Giappone, Stati Uniti e Emirati Arabi, per il progetto Pareti d'Autore, in tempi in cui tutto è "griffato" ha deciso di sconfinare nel campo dell'arte, in cui l'opera convive con la firma del suo autore, e di usare, con un riferimento all'arte concettuale, infinite volte la sua firma come segno. Il ferrarese Michele De Lucchi, protagonista, negli anni dell'architettura radicale e sperimentale, di movimenti quali Alchymia e Memphis e autore di numerosi progetti di musei e edifici per uffici, in Giappone Germania, Svizzera e nel design di "Produzione Privata" per realizzare prodotti con tecniche artigianali, ha disegnato per Pareti d'Autore una superficie dove il tratto grafico ha una matericità risolta con smalti e graniglie vetrose. La parete d'Autore di Alessandro Mendini, consulente per il design di aziende leader quali Alessi, Philips, Swatch, direttore della le prestigiosa rivista "Domus" e con il suo Atelier uno dei più celebrati designer del mondo, si presenta come una superficie dal disegno geometrico irregolare firmato con la personalissima palette di colori e l'usuale approccio ludico. La complessa e vibrante opera del famoso designer Karim Rashid, nato al Cairo, metà egiziano e metà inglese, cresciuto in Canada, e residente a New York, conosciuto per il design di interni, e di prodotti che sono inclusi nelle collezioni permanenti di 14 Musei worldwide tra i quali MoMA and SFMoMA, unisce serigrafia, decalcomanie a base lucida e smalti satinati. Pareti d'Autore che combinano arte, design e architettura e che sono al tempo stesso oggeti scultorei, quinte di arredo, elementi architettonici e superfici firmate. A concludere la mostra la scultura ideata, appositamente per costituire la fontana monumentale di una piazza, da Gaetano Russo l'artista nipote del celebre regista Francis Ford Coppola, che da anni porta avanti in ambito artistico ed in particolare nella scultura quella che da tre generazioni costituisce il segno distintivo di tutti i componenti della famiglia Coppola, l'essere in qualche modo dediti a qualche forma artistica, nelle varie declinazioni che oltre a quello dell'arte includono varie forme cinematografiche e musicali. Curatrice dell'iniziativa Laura Villani, laureata in architettura in Italia e negli Stati Uniti ed esperta di design, è solita coinvolgere esponenti di campi artistici differenti su temi specifici per proporre nuove tematiche e punti di vista a cui la mostra, attraverso gli artisti invitati, intende dare risposte originali.

 
 
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