Oltre le pari opportunità
Verso lo sviluppo umano

Le Consigliere di parità ritengono utile fare conoscere il lavoro svolto in Provincia di Modena dall’Assessor Pari Opportunità sul Bilancio di genere, permettendo di leggere e ridefinire le voci di entrata e di spesa in un’ottica di maggiore eguaglianza fra i sessi, proprio perchè rappresenta, così come emerge dalla Risoluzione del Parlamento Europeo sul gender budgeting (la costruzione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere 2002/2198 INI), uno degli ambiti di applicazione di maggiore interesse del principio di trasversalità delle politiche di pari opportunità.
Infatti, il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 stabilisce che gli obiettivi di sviluppo sociale e di sviluppo umano dovrebbero essere promossi come investimenti a lungo termine nel quadro delle politiche europee per l’occupazione e la crescita economica.
A livello europeo nel 2001 viene organizzata la prima conferenza sul Gender Responsive Budgeting: l’anno successivo fu l’On. Fiorella Ghilardotti ad effettuare un approfondimento sul tema che porterà nel luglio del 2003 all’approvazione da parte del Parlamento Europeo del “Rapporto sulla  costruzione dei bilanci pubblici ” secondo la prospettiva di genere.
In Italia, nel 2000, patrocinato dalla Presidenza della Repubblica e dal Dipartimento Pari Opportunità, viene organizzato il convegno “Gender auditing dei bilanci pubblici”. A tale convegno si ispira la nascita (nel 2001) di progetti nella Regione Emilia-Romagna e nella Provincia di Modena. Nello stesso anno, in Liguria, dopo l’avvio del progetti pilota del Comune di Sestri Levante, si impegna nel progetto anche la Provincia di Genova. In seguito, le Province di Genova, Siena, Modena finanziano l’analisi del bilancio in ottica di genere e siglano un protocollo di intesa per lo scambio di buone prassi e la diffusione presso altri Enti delle metodologie di analisi. Nel settembre 2004 le Province di Siena, Genova e Modena siglano con l’ISFOL un protocollo di intesa per la costruzione di una metodologia standard di valutazione nell’impiego dei Fondi Sociali Europei per la formazione in un’ottica di genere. Tale progetto è la prima occasione per una lettura di bilancio di genere con una prospettiva nazionale, anche se applicato ai fondi FSE.
Nella prossima legislatura verrà messa in discussione la proposta di legge (già presentata dalle Onorevoli Cima e Santanchè) sui bilanci di genere; il lavoro istruttorio è svolto a più mani all’interno di un Gruppo interministeriale al quale hanno partecipato anche la Corte dei Conti e le Consigliere di parità, ormai numerose nel sostegno sia alle iniziative di promozione sia a quelle di collaborazione.
La necessità di utilizzare la prospettiva per analizzare e costruire i bilanci pubblici discende dal fatto che il bilancio non è uno strumento neutro ma riflette la distribuzione di potere esistente nella società.
Scriveva l’On. Ghilardotti nel giugno del 2003 in una relazione al Parlamento Europeo “… nel definire le politiche di entrate ed uscite le autorità pubbliche di Bilancio ad ogni livello effettuano delle scelte politiche. Il bilancio non è un semplice strumento economico bensì uno strumento chiave con cui l’autorità politica definisce il modello di sviluppo socio-economico e i criteri di ridistribuzione all’interno della società; decide le priorità di intervento rispetto alle politiche e ai bisogni dei propri cittadini producendo su di questi un impatto e degli effetti differenti a seconda che siano uomini o donne”, “…il bilancio di genere riconosce che i bisogni, i privilegi, i diritti e i doveri che donne e uomini hanno nella società sono diversi. Se non si utilizza un’ottica di genere nella costruzione del bilancio si ignora la diversità per ruolo, responsabilità, capacità esistente tra uomini e donne, nella maggior parte dei casi gli indicatori e i dati utilizzati non distinguono per sesso; presentandosi come strumento economico neutro, il bilancio in realtà riflette e riproduce così le disuguaglianza socio-economiche già presenti in una comunità”.
Per qual motivo il bilancio di genere dovrebbe essere implementato da una amministratrice o da un amministratore pubblico ?
Perché :
- Porta trasparenza, equità ed efficienza nella gestione della “Cosa Pubblica”, quindi – in definitiva - più democrazia
- Aiuta a pensare e considerare le Pari Opportunità come politica strutturale (non aggiuntiva) con la quale fare i conti ogni volta che si parla di istruzione, sviluppo, trasporti, servizi sociali, etc.
- Aiuta a prendere atto che l’economia è costituita da lavoro pagato e lavoro non pagato (prevalentemente delle donne).

4 BUONI MOTIVI PER INTRODURRE LA DIMENSIONE DI GENERE NEI BILANCI PUBBLICI
1. EQUITA’: donne e uomini giocano ruoli diversi nell’economia e nella società, ogni provvedimento di politica economica può avere effetti diversi sugli uni e sulle altre, aggravando le disparità esistenti o pregiudicando la possibilità di ridurle.

2. EFFICIENZA: l’economia si fonda sulla complementarietà di due sotto-sistemi, quello alimentato dal lavoro retribuito e quello fondato sul lavoro domestico e di cura, non pagato e svolto principalmente dalle donne. Entrambi concorrono a definire il nostro tenore di vita e la nostra socialità, ma mentre al primo prestiamo molta attenzione, il secondo è sistematicamente ignorato dalle statistiche, dall’analisi economica, dalle decisioni politiche. Non è possibile offrire una risposta alla domanda su quali saranno gli effetti complessivi per la qualità nella vita dei cittadini e delle cittadine l’aumento o la diminuzione  ad esempio – degli asili nido, dei ricoveri ospedalieri più brevi, di un nuovo piano del traffico, senza considerare l’impatto di ogni misura sui diversi ruoli, responsabilità, vincoli di tempo, di uomini e donne.

3. DEMOCRAZIA: richiede che gli elettori siano consapevoli dei risultati delle scelte effettuate dagli amministratori.

4. TRASPARENZA: dei processi decisionali e degli esiti delle politiche pubbliche.

PER SAPERNE DI PIU’...
Le sperimentazioni per l’introduzione dei bilanci di genere sono in aumento, molti i seminari ed i convegni organizzati sul tema in tutta Italia. E’ appena uscito per l’edizione Franco Angeli il volume a cura di Mirella Dal Fiume dal titolo “Oltre le pari opportunità verso lo sviluppo umano” promosso dalla Provincia di Modena. Il libro è suddiviso in tre parti:
- il bilancio di genere: motivazioni, contesto, possibili approcci e potenzialità in cui introduce il “gender budgeting” come applicazione del “ mainstreaming” nella procedura di bilancio, che, in quanto tale, pone l’accento sull’analisi dell’impatto delle politiche su donne e uomini, inserisce la prospettiva di genere a tutti i livelli di costruzione dei bilanci pubblici e mira a ristrutturare le entrate e le uscite al fine di promuovere l’uguaglianza tra i sessi;
- il progetto della Provincia di Modena nel suo complesso;
- i risultati analitici ed approfondimenti individuando due “focus” di attenzione: la formazione e le attività produttive.

Marzo 2005: a cura di G. Badalassi “L’analisi di genere dei bilanci pubblici applicata al Comune ed alla Provincia di Genova”.
Dopo un approfondimento introduttivo su “il Gender auditing e budget analysis per gli enti locali: definizione e linee teoriche di analisi” seguono l’analisi del contesto del territorio, il bilancio di genere del Comune e della Provincia di Genova, l’individuazione degli indicatori di efficacia ed efficienza.

Settembre 2004 : “BIG : le esperienze di bilancio di genere in Val d’Aosta”, analisi della realtà regionale.

Siti di riferimento:

www.genderbudget.it
www.provincia.modena.it
www.cpo.provincia.siena.it

Le Consigliere di Parità (D.M. 20-03-2006 G.U. n.76 del 31-03-2006)
Provincia di Modena
Servizio Politiche del Lavoro
Via Delle Costellazioni n. 180 - 41100 Modena
Tel. 059/20.90.55 fax 059/20.90.70
E-Mail: consiglierediparita@provincia.modena.it
SITO: www.lavoro.provincia.modena.it/parita

 

 

 
 
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